VENEZIA - Dice Federico Caner, assessore regionale all'Agricoltura, che in Veneto il 50% dei vigneti - alcun in maniera grave - è aggredito dalla "cicalina" e cioè l'insetto (nome scientifico Scaphoideus titanus) che funge da vettore di una delle peggiori malattie per le piante: la flavescenza dorata. «È una pandemia, siamo in piena emergenza», dice l'assessore, spiegando che questa malattia che ammazza le vigne, dopo i due iniziali focolai nelle Colline di Conegliano e Valdobbiadene e in Valpolicella, è ormai estesa in tante regioni: oltre al Veneto, anche Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, pure le Marche.
LA RICHIESTA
Il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd), venuto a sapere della richiesta di «autorizzazione in deroga degli insetticidi clorpirifos-metile e thiamethoxam al fine di contrastare lo scaphoideus titanus, vettore della flavescenza dorata che sta colpendo i vigneti in Veneto», ha fatto un accesso agli atti, in pratica ha chiesto agli uffici regionali di avere copia della domanda inviata nel dicembre 2022 al ministero della Salute. Risposte: nessuna. Così ieri ha depositato una interrogazione all'assessore all'Agricoltura Federico Caner e all'assessore alla Sanità Manuela Lanzarin chiedendo se, dati «i gravissimi effetti che l'esposizione a queste sostanze causa sulla salute dei nostri bambini, la giunta intenda bandire con effetto immediato tali pesticidi/insetticidi da tutto il territorio veneto rinunciando ad ogni richiesta di deroga». Domanda peregrina, dal momento che la Regione aspetta solo il via libera per salvare vigne e vini.
Ma chi ha presentato la domanda al ministero della Salute? Caner dice che è stata una iniziativa del Servizio Fitosanitario Centrale d'intesa con le Regioni e con il ministero dell'Agricoltura: «Se ne è discusso in Cpa, Commissione politiche agricole, tutte le Regioni sono d'accordo perché la flavescenza dorata è diffusa in mezza Italia, il collega del Piemonte l'altro giorno mi ha chiamato disperato, siamo in piena pandemia, è come la peste suina africana». Zanoni dice però che questo insetticida è stato vietato dall'Europa nel 2020 e che in America è stato messo al bando ancora nel 2001. Dunque: perché consentire l'uso di una sostanza pericolosa? «Non è vero che è stato vietato l'uso di questa sostanza, per alcune colture come la frutta si continua infatti a usare. E nel 2021 c'è stata una deroga per combattere la cimice asiatica». Ma si parla di danni cerebrali. «Ma no, il pericolo c'è se utilizzi il prodotto in maniera continuativa e massiccia. Ma qui stiamo parlando di un uso sporadico: l'idea del Servizio Fitosanitario Centrale sarebbe di utilizzarlo solo una volta, ai primi di giugno o luglio, così che a settembre, con la vendemmia, ci sarebbe residuo zero. Non solo: il clorpirifos è efficace nel combattere le cicaline, ma è innocuo per le api». L'alternativa al pesticida? «Quella prospettata dagli ambientalisti è tagliare i vigneti - dice Caner -. Ma se tagli tutto significa che per i tre anni seguenti non avrai più produzione di uva e quindi di vino». «Il fenomeno è esteso, alcune zone in Veneto sono fortemente colpite dalla flavescenza dorata, c'è stata una recrudescenza della malattia», conferma Marina Montedoro, presidente dell'Associazione per il Patrimonio delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene.
Le deroghe chieste al ministero della Salute sono in realtà per due pesticidi: clorpirifos (Chlorpyrifos-methyl) e Thiamethoxam, ma quest'ultima sostanza - fa sapere Caner - probabilmente non sarà concessa proprio per i possibili danni alle api. Intanto c'è l'interrogazione di Zanoni: «Sono sostanze neurotossiche, il divieto deve rimanere».
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