E in Fvg ritornano le Province (erano state davvero abolite): quali saranno e come funzioneranno

Si è aperta la strada per ricostruire i quattro enti intermedi cancellati nove anni fa

Venerdì 13 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
(Foto d'archivio)

La Regione ha avviato il cantiere. Questa volta, però, non è per la realizzazione di un’opera pubblica, ma di una architrave istituzionale. Le Province. Già, perché il Friuli Venezia Giulia, unica regione in Italia in cui l’ente intermedio è scomparso veramente, potrebbe essere ora il primo che ricostruisce l’ente a carattere elettivo.

Esattamente come era una volta: con voto diretto dei cittadini per eleggere il presidente e i consiglieri. A volerlo in particolare sono stati i due partiti maggiori dell’asse di Centrodestra, la Lega e Fratelli d’Italia. Della partita fa parte pure Forza Italia, ma con toni meno trionfalistici dei cugini alleati forse perchè proprio gli Azzurri avevano votato convintamente nove anni fa la “messa al bando”. Il lavoro grosso in regione lo ha fatto l’assessore leghista Pierpaolo Roberti la scorsa legislatura alla fine della quale è stato approvato il nuovo progetto. Quest’anno il passaggio fondamentale, nonostante in un primo momento Fratelli d’Italia si fosse bloccata, la discussione con tanto di via libera nella Commissione Affari Costituzionali della Camera.


I TEMPI 
Vero che il percorso è stato avviato e per arrivare in fondo serve la doppia lettura con la modifica dello Statuto regionale in cui vengono ripescate le Province. Dopo il primo voto serve il secondo a distanza di sei mesi. La questione vera, però, è che il passaggio deve essere calendarizzato e i tempi (senza spinte romane) sono biblici. Anche perchè in lista d’attesa c’è un altro progetto sul rifiorire delle Province, sempre del Centrodestra, ossia il ritorno al sistema elettivo. Ora nelle altre regioni gli Enti intermedi ci sono, ma non vengono votati. E se passa questo secondo progetto la modifica dello statuto regionale finisce in lista d’attesa, decisamente più lunga di quelle bibliche della sanità regionale. Insomma, se va bene se ne riparla l’ultimo o (forse il penultimo) anno di mandato del governatore Fedriga.


LA BATTAGLIA
Fondamentale il ripristino delle Province per il centrodestra che ritengono indispensabile avvicinare la politica e l’amministrazione ai cittadini, inutile, dannoso, un poltronificio, invece, per il Centrosinistra che ha puntato i piedi. Uno dei “teorici” della ricostruzione degli Enti intermedi è senza dubbio l’ex sindaco Markus Maurmair che vede in questo progetto «un tema centrale per l’assetto territoriale che però va riempito di contenuti, non limitandosi solo alle infrastrutture e alla manutenzione delle strade». Come dire che le nuove Province non devono essere la fotocopia di quelle che sono state chiuse, ma essere casomai stimolo per il territorio con funzioni specifiche. «L’ente intermedio - ha detto Maurmair - era prezioso e vitale anche su ambiti quali quello del sostegno al mondo delle associazioni culturali, ricreative e sportive».


IL VULNUS
«La riforma delle Uti (Unioni territoriali intermedie) - secondo il consigliere di Fdi - ha spogliato il Friuli Occidentale e tutte le altre province di milioni di euro l’anno di trasferimenti a vantaggio di società sportive ed enti culturali per dare vita ai grandi bandi che hanno erogato decine di migliaia di euro per un numero ristretto di beneficiari sacrificando quella terra di mezzo di realtà in grado di elevarsi rispetto l’ambito comunale ma non sufficientemente strutturate per correre sui bandi regionali. Le nuove Province - ha concluso Maurmair - dovranno tener conto e rivendicare risorse per rilanciare quel humus sociale rappresentato dalle associazioni locali. Inoltre, l’occasione è ideale per attribuire nuovi ruoli all’ente intermedio che dovrebbe supportare anche in modo concreto le amministrazioni comunali nell’attuazione di progettualità complesse come può rappresentare la messa a terra dei finanziamenti statali e regionali per le riqualificazioni o le costruzioni di nuovi plessi scolastici. Si tratta di opere milionarie che difficilmente sono gestibili da uffici comunali inadeguatamente strutturati».


IL TERRITORIO
La rinascita delle Provincie dovrebbe passare attraverso una definizione dei “confini regionali” esistenti, ossia mantenere la stessa struttura territoriale che era presente prima della chiusura degli Enti. A questo proposito, infatti, sembra si siano spente quelle mire che volevano ridefinire gli enti intermedi con la cartina del Friuli Storico. In realtà questa prospettiva sembra del tutto tramontata.

Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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