PORDENONE - Una lite tra la proprietaria dell'attività e una cliente per il costo considerato eccessivo della prestazione ha consentito all'amministrazione comunale di chiudere un negozio di parrucchiera abusivo ed allestito in casa da una trentacinquenne straniera. L'attività si trovava in pieno centro città, in viale Martelli. Il tutto ha inizio, come detto, dalla lite tra la cliente e la parrucchiera abusiva. La stessa cliente, dopo aver visto che non era possibile avere uno sconto sul taglio dei capelli ha chiamato il 112.
Ma non è tutto. Da un ulteriore controllo i vigili hanno anche trovato su Facebook una pagina nella quale la donna faceva pubblicità al suo negozio casalingo e completamente abusivo. Numerosi i clienti, gran parte stranieri della stessa etnia, ma c'erano anche alcuni italian.
«Approfondendo le indagini - ha raccontato l'assessore alla Sicurezza, Emanuele Loperfido - è emerso che l'attività, dal fare le tradizionali treccine etniche, pubblicizzata anche sui social, era diventata una vero e proprio esercizio abusivo di parrucchiere. Una volta concluse tutte le verifiche da parte del Comando abbiamo provveduto ad intimare, con ordinanza dell'ufficio commercio, il divieto e la chiusura dell'attività, oltre che la sanzione di 3.200 euro» - spiega ancora l'assessore che ha anche il referato al Commercio.
«Questo tipo di attività di indagine, e di intervento immediato con sanzione è volta a tutelare sia il consumatore, data la delicatezza delle norme igieniche e non solo, in tema di attività di parrucchiere, sia tutti gli artigiani - settore nel quale sono inquadrati gli acconciatori - che nel rispetto della norma, sovente aprendo dopo anni di formazione professionale, apprendistato e pratica, aprono la partita Iva e pagano tasse e spese. Un grazie va alla polizia locale e all'ufficio commercio - conclude Loperfido - che, collaborando, hanno portato a segno l' operazione».