Il raduno dei no vax diventa violento: fotografo preso a calci dagli attivisti

Domenica 30 Gennaio 2022 di D.B.
Il raduno no vax a Sacile
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Se l’idea era quella di mostrare il lato democratico, civile e aperto al dialogo della galassia “No qualsiasi cosa”, l’obbiettivo è stato mancato, e in pieno, dopo solo un quarto d’ora dall’inizio di quello che voleva essere un altro appuntamento con l’aperitivo disobbediente. Perchè il lato peggiore di questo universo no-vax si è palesato con un’aggressione fisica e verbale. Un calcio nel polpaccio, condito da insulti e minacce, rifilato al fotografo del Gazzettino da uno dei manifestanti che ieri sera si sono radunati in piazza del Popolo a Sacile.

L’uomo, che si è poi rapidamente dileguato tra il centinaio di persone presenti, ha anche cercato di strappargli di mano il telefono, senza riuscirci. E, come un brutto copione già visto, una signora si è lanciata verso il fotografo, cercando di impedirgli di fare il suo lavoro, contestando che stesse scattando in un luogo pubblico, la piazza, durante una manifestazione.


LA FUGA


Poco dopo gli animi si sono calmati, anche perchè l’esagitato ha preferito allontanarsi in fretta per non essere identificato dagli uomini della Digos, dai Carabinieri di Sacile e dalla pattuglia della Guardia di finanza che vigilavano discretamente sul raduno. Resta la macchia: non si può portare avanti alcuna idea a calci, nemmeno dopo ti difendi dicendo che «sarà stato un infiltrato, noi siamo gente pacifica». Un’altra occasione persa, purtroppo, perchè fino ad allora c’era stato modo di dialogare senza tensioni.


MILVA


Platea variegata, quella presente in piazza: tra loro anche chi il Covid l’ha fatto, come Milva, 60 anni, che non nasconde di non sentire ancora i sapori a distanza di quasi un anno dalla malattia. Non vaccinata per scelta e perchè avuta la malattia, si reputa immunizzata; perchè lo Stato avrebbe dovuto obbligare tutti alla vaccinazione, se sicuro degli effetti di un vaccino che è sperimentale. Milva contesta l’obbligo vaccinale per poter andare a lavorare, contesta l’effetto della vaccinazione che «finora non ha sortito effetti» e sentenzia che «questa pandemia non finirà mai». Milva non si definisce no vax, perchè ha vaccinato i figli, la figlia anche per il Papilloma virus a 12 anni, perchè il medico le ha spiegato e lei ha capito. E, alla domanda “cosa avrebbe fatto lei allo scoppio dell’epidemia”, Milva non sa rispondere, «non sono un medico», dice.


CRISTINA


Poco dopo si avvicina Cristina che è in piazza con il compagno che tira avanti a tamponi un giorno sì e uno no, e il loro bambino. Cristina ha una visione molto personale della cosa nel suo insieme, fatalista, verrebbe da dire: «A me non me ne frega niente del virus, se io devo morì devo morì. Il problema - aggiunge - è gestire la paura della morte». Ma alla maggioranza delle persone forse da un po’ fastidio morire, lei ribatte che la maggioranza delle persone dovrebbe lavorare sulla paura della morte. «Il lockdown è stato ok, si poteva fare anche più lungo e più blindato», dice analizzando le misure prese subito dopo la comparsa del virus. Lo vede molto come un problema italiano, anche se è mondiale e lei rimarca che però «sull’Italia c’è un particolare accanimento», chiosando con una metafora molto più ottimista di quel che mi sarei aspettato dopo il fatalismo iniziale: ci schiacciano il più possibile, ma come un pezzo di carbone, più lo schiacci più velocemente si trasforma in diamante. Anche lei ha avuto il covid, 5 giorni che definisce bruttini, ma, aggiunge, non sono finita in ospedale, così come non ha patito perdite da covid nella cerchia famigliare o degli amici più stretti. Cristina di mestiere fa la councelor, aiuta le persone, spiega, con colloqui individuali, a cercare la soluzione ai loro problemi, aiutandoli a crescere. 


IL MISTERO


Nessuno sembra sapere chi abbia organizzato l’aperitivo in piazza a Sacile: l’invito è arrivato attraverso Telegram e Whatsapp dopo raduni simili nell’udinese e nel trevigiano, con fortune alterne: da qualche parte poche decine di persone, da altre un centinaio. Molte le coppie, anche con bambini al seguito, qualcuno nel gruppo perfino vaccinato. Ognuno contrario a qualcosa, ad una sfaccettatura, ad un aspetto che non ha digerito, che lo ha fatto sentire privato di una qualche libertà, a torto o a ragione, ognuno decide per sé. Molte le persone mature, compreso il soggetto che dopo aver tirato il calcio e aver cercato di strappare di mano il cellulare al fotografo del Gazzettino, ha vigliaccamente preferito scappare.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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