Aziende e famiglie ostaggio del caro mutui: per le imprese un salasso da 641 milioni

Mercoledì 12 Luglio 2023 di Loris Del Frate
Aziende in crisi per il caro mutui

PORDENONE -  A pagare il prezzo più alto sono le imprese, soprattutto quelle che una volta preso l'abbrivio dopo la crisi pandemica, avevano deciso di investire. Oggi a causa dell'inflazione e dopo aver fatto mutui a tasso variabile, si ritrovano con le rate da pagare che rispetti a un anno fa sono come minimo raddoppiate. Se va bene. Già, perchè l'aumento dei tassi di interesse sta creando due seri problemi all'economia regionale. Il primo, come detto, è quello che diverse aziende stanno facendo sempre più fatica a pagare le quote dei mutui legati agli investimenti con tutti i rischi che ne conseguono, il secondo è che quelli che avevano deciso di rendere la propria impresa più competitiva con nuovi interventi, si sono fermati a fronte del costo del denaro.

Costo che in questo momento è insostenibile per molti imprenditori regionali.

I NUMERI
Se da un lato è complicato dire quante sono le imprese che ora si trovano a dover affrontare questo problema, dall'altro è possibile, però, sapere quanti sono, allo stato, gli interessi in più che dovranno essere pagati. Ebbene, per le imprese del Friuli Venezia Giulia in quasi un miliardo e cento milioni di euro di interessi, ce ne sono 641 milioni da pagare quest'anno rispetto al 2022. A questi vanno poi aggiunti gli interessi sulle locazioni finanziarie. A giugno, infatti, il tasso di riferimento imposto dalla Bce ha raggiunto il 4% rispetto allo 0% di un anno fa, per arrivare, dopo gli annunciati aumenti del prossimo luglio ad un tasso per le aziende tra il 5,5% e il 7% a seconda del rating, con picchi superiori all'8% per le aziende meno "virtuose" dove lo spread applicato raggiunge il 4%. Tra le regioni più penalizzate da questo aumento dei tassi anche il Friuli Venezia Giulia dove sono concentrate attività produttive che si avvalgono dell'aiuto degli istituti di credito.

IL PRESIDENTE
«È un problema serio, che pesa sulle industrie ma anche sulle famiglie che hanno un mutuo acceso. Chiunque in questo momento lo deve fare il punto con un quadro economico aziendale o familiari variato». A parlare è il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti. Che va avanti. Anche se le imprese si proteggono diversificando le fonti di credito, penso ad esempio ai Confidi, si è aggiunta una variabile non indifferente ai costi del bilancio delle aziende. La conseguenza del sistema industriale - va avanti - è una diminuzione degli investimenti che già si vede».

LE FAMIGLIE
Ma se le imprese pagano il prezzo più alto, subito dietro ci sono le famiglie. Già, perchè chi ha fatto un mutuo a tasso variabile e sono molti perchè il costo del denaro era stato bassissimo (rasente alla zero) oggi devono tirare la cinghia. Stiamo parlando di migliaia di situazioni in Friuli Venezia Giulia, famiglie che con una rata di mutuo intorno ai 500 euro al mese, oggi se ne trovano a dover pagare anche novecento. Sono quasi tre mila in regione le famiglie "in ostaggio" del caro mutui. Ovviamente le rate non sono tutte uguali, ma l'aumento è generalizzato. Facile immaginare, quindi, che le famiglie sono costrette a rivedere i bilanci e a ridurre le spese. In quest'ottica ci sono alcuni settori che soffrono più di altri, come l'automobile e la stessa spesa al supermercato. L'inflazione ha fatto il resto.

LE BANCHE
Diversi istituti di credito, soprattutto quelli locali, sono già intervenuti aumentando il numero delle rate in modo da far rimanere più o meno la stessa cifra o poco più alta. Un passo avanti, ma questo significa che crescerà anche il monte interessi da sanare. Intanto l'Abi ha inviato un memorandum in cinque punti, dedicato alle tematiche di chi, con un mutuo a tasso variabile, si trova ora con rate troppo pesanti. «Per ridurre l'impatto - si legge - Abi raccomanda che ai primi segnali di possibili difficoltà il titolare del mutuo si rivolga alla propria banca per valutare le diverse opzioni. In particolare l'Abi segnala che il titolare del mutuo può concordare l'allungamento della durata del proprio mutuo; chiedere una revisione di altre condizioni contrattuali; effettuare la portabilità/surroga dei mutui, cioè la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario in un'altra banca modificando le relative condizioni contrattuali; ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l'acquisto dell'abitazione principale, fino a 18 mesi e trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. La legge ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione.
 

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