Da una straordinaria collezione di bambole proveniente da tutto il mondo nasce un gesto di generosità a favore di due anziane di Prata che vivono in condizioni di indigenza.
LA RACCOLTA
A partire dagli anni ’70 cominciò a raccogliere minuscole bambole souvenir acquistate nel corso dei suoi frequenti viaggi in Italia e all’estero, soprattutto Stati Uniti e America del Sud. Ma anche parenti e amici, che conoscevano la sua particolare propensione per questi oggetti (divenuti un “cult” nel mercato vintage), al ritorno dai loro viaggi le portavano per ricordo le bamboline abbigliate con i costumi tradizionali di ogni tipo e foggia, realizzate con stoffa, perline, merletti, pannolenci, legno, porcellana e terracotta, abbigliate con suntuose vesti da cerimonia, come le bellissime danzatrici dell’Estremo Oriente, o con gli allegri abiti etnici africani, brasiliani, cubani e italiani. Curate nei minimi particolari, prodotte da abili mani artigianali oppure fatte in serie, ma comunque di buona fattura, espressione della cultura e del folklore dei loro paesi d’origine. Nadia Fracas ha lasciato un giro del mondo in miniatura, di ogni etnia e latitudine, composto da 285 pezzi ben conservati che, alla sua morte, rischiavano di restare chiusi nelle scatole dove la loro “mamma” li custodiva, oppure di essere dispersi o gettati chissà dove, visto che gli eredi della collezionista di Vigonovo non dimostravano interesse per il destino delle bambole.
LE BAMBOLE
Ed è a questo punto che interviene Marilena Piccinin. «Nadia Fracas, donna colta, ha lasciato anche molti libri. Una mia conoscente mi chiese se mi potevano interessare, sono andata a vederli e così ho scoperto le bambole, che poi ho acquisito», racconta Marilena, «Io da anni raccolgo libri usati che rivendo per beneficenza. Fino a qualche anno fa, i proventi venivano usati per acquistare materiale didattico, oggetti di cartoleria e medicinali da inviare alle popolazioni di Paesi africani. Attualmente, però, sto dando un mano a due anziane della nostra zona che sono in difficoltà economiche. Acquisto per loro borse della spesa, farmaci e altri generi di prima necessità. Per sostenere tutto questo ho deciso di organizzare a Prata la mostra con le bambole di Nadia Fracas, che potranno essere acquistate oltre che ammirate. Quel che ricaveremo servirà aiutare le due signore. La collezione è ben tenuta, anche se alcuni pezzi sono un po’ fragili”.
TUTTI I TIPI
Il paese delle bambole souvenir è popolato da ogni tipo di cittadini dei cinque continenti: il suonatore di cornamusa con il kilt scozzese, il guerriero arabo con la scimitarra, la bambina della comunità Amish, la bambola narratrice in argilla del popolo Pueblo di Cochiti, la suonatrice di flauto balinese, la ballerina di Vieste con il tamburello e tantissimi altri. Uno dei pezzi più significativi è l’originale bambola Kochina, che testimonia l’amore di Nadia Fracas per gli indiani d’America, al centro dei suoi frequenti viaggi in Arizona, quando si recava a trovare la figlia che vive in America. Altre rarità sono le 33 bambole di porcellana “Doll’s House”, che negli anni Novanta la De Agostini vendeva nelle edicole complete di accessori, case e mobili in miniatura. Oggi nel mercato degli appassionati valgono una piccola fortuna. La mostra resterà aperta fino al 24 settembre.