Dispiacere, beffa, incredulità.
IL WWF
«È ancora più evidente che l'operazione di asfaltatura è stata fatta solo e unicamente per il Giro d'Italia» commenta Maurizio Fermeglia, ex rettore dell'Università di Trieste e delegato regionale del WWF che ammette di non comprendere il perché dell'ordinanza. Fermeglia si chiede cosa impedirebbe anche ai ciclisti di utilizzare una strada che prima dell'asfaltatura «Si saliva con le mountain bike e a piedi. Proibire tutto significa che c'è qualche pericolo». L'unica "giustificazione" riguarda i ciclisti che «Possono cadere nei dirupi considerato che non ci sono protezioni o almeno non in tutti i punti, oppure per un pericolo di caduta di massi che noi avevamo già messo in evidenza».
NESSUNA SICUREZZA
Secondo Fermeglia un'implicita ammissione che "quella strada non è stata messa in sicurezza checché ne dicano Protezione Civile e Regione". Le associazioni ambientaliste, come promesso, non hanno messo in atto azioni di protesta durante il Giro ma nel fine settimana verificheranno con i propri occhi "se effettivamente il Lussari è stato ripulito come ci hanno raccontato". L'idea è farlo percorrendo l'intera salita perché "Non vedo come quella strada possa essere chiusa anche agli escursionisti. Se così fosse, mi sembrerebbe demenziale". Un pensiero va poi ai ciclisti che sognavano di emulare i "Girini", ma che non possono farlo: «Molti di loro erano favorevoli ai lavori, ma ora hanno capito l'imbroglio».
ALZATA DI SCUDI
La chiusura ha causato una levata di scudi. Tra questi anche il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini che si scaglia contro il tenente colonnello firmatario della determina: «È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il nuovo amministratore del Fondo Edifici per il Culto, Cristiano Manni, dopo aver interdetto l'accesso al lago di Cave del Predil, bloccato lo sviluppo del demanio sciabile e del turismo slow, ha pensato bene di chiudere la strada. Attenzione, anche ai pedoni. Per una vallata che vive di turismo, questi sono colpi mortali». Un immediato intervento regionale è auspicato dai consiglieri Stefano Balloch (FdI) e Massimo Mentil (Pd) che sottolineano come debba essere messo in atto un piano di gestione per la fruizione in chiave turistica del tratto appena sistemato. Balloch spiega di aver già interessato l'assessore regionale al territorio Cristina Amirante suggerendo che «possa essere Fvg Strade o un altro soggetto determinato dalla Regione ad occuparsi della gestione».
LA STRATEGIA
«Confidiamo che l'investimento della Regione in occasione del Giro d'Italia - gli fa eco Mentil che ha annunciato un'interrogazione alla giunta - sia almeno frutto di una strategia turistica che abbia contemplato anche il futuro e non solo l'evento che ha dato una formidabile vetrina a quel territorio. Vogliamo sperare che l'investimento fatto e l'impatto ambientale dei lavori non siano stati destinati a un solo giorno. Chi spiegherà ai cicloturisti che quanto hanno potuto vedere in tv, in occasione del giro d'Italia, ora non è accessibile». Il rischio che la chiusura della strada possa avere gravi ripercussioni sul turismo è elevato e lo sa bene anche il sindaco di Tarvisio Renzo Zanette, però, avrebbe già la soluzione. La proposta è una sorta di "senso unico": «Stiamo lavorando affinché i ciclisti possano affrontare la strada verso il Lussari solamente in salita e poi sia utilizzata la telecabina per scendere».
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