Migranti in Comina, i sindaci si defilano sull'aiuto a Ciriani

A quanto pare il nuovo prefetto dovrà sudare le proverbiali sette camicie per cercare di convincere i Comuni limitrofi ad aiutare il capoluogo

Martedì 10 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
Hangar in Comina

PORDENONE - Dare una mano al Comune di Pordenone trovando siti, pur temporanei dove alloggiare i migranti per alleviare la pressione sull'hangar in Comina? A quanto pare il nuovo prefetto dovrà sudare le proverbiali sette camicie per cercare di convincere i Comuni limitrofi ad aiutare il capoluogo anche a fronte del fatto che giorno dopo giorno il numero dei migranti nel capannone è sempre più alto.

La posizione dei sindaci

«Noi eravamo al tavolo con Pordenone, insieme al prefetto - mette subito le mani avanti il sindaco di Cordenons, Andrea Delle Vedove - e stiamo già lavorando per soluzioni adeguate. Personalmente sto cercando alloggi, case e appartamenti per trovare sistemazioni. Purtroppo - va avanti - non è facile. In ogni caso noi il nostro lo stiamo facendo. Capannoni? In questo momento stiamo lavorando su altri fronti». Il sindaco di Porcia, Marco Sartini, preferisce sgusciare via come una anguilla da un argomento altrettanto scivoloso. Raggiunto al telefono è velocissimo. «Sto entrando in una riunione, la richiamo io più tardi. Quale è l'argomento?». Un aiuto al sindaco di Pordenone con un sito sul territorio purliliese per ospitare temporaneamente i migranti che non stanno in Comina. «Si, si, la richiamo io». Ovviamente nel pomeriggio nessuna chiamata, ma neppure alcuna risposta alle numerose telefonate rivolte dalla redazione. Una fuga bella e buona. Del resto per i sindaci della Lega l'argomento migranti è come toccare i fili della luce. La maggioranza dei leghisti, sindaci compresi, salvo alcuni che nuotano controcorrente, non ne vogliono sentire parlare di hotspot, Cpr o punti temporanei. Per loro l'unica cosa da fare è rispedire a casa subito i migranti. Del resto la Lega ha fatto decine di campagne elettorali con questo slogan.

In più nessun sindaco in questo momento si sognerebbe di mettersi di traverso a quelli che sono i dettami che arrivano dall'alto del movimento.

A questo punto difficile pensare che qualche comune limitrofo possa dare una mano spassionatamente a Pordenone su una vicenda che scotta. Più facile che a riprendere in mano il filo del discorso sia il Prefetto che - come ha detto il sindaco Ciriani l'altro giorno - sarà sollecito per un incontro.

Il blitz di Casa Pound

L'altra notte, intanto, il gruppo pordenonese di Casa Pound ha fatto uno dei soliti blitz. «Azione all'insegna dell'ironia da parte della locale sezione di CasaPound Italia - si legge sulla nota - Perosa, De Bellis, Marzinotto: chi ben comincia è a metà dell'opera. Questo il testo dello striscione lasciato in città accompagnato da attrezzi per la pulizia e l'igiene. Capiamo bene la volontà di dare il maggior confort agli ospiti in Comina - scritto il movimento - solo riteniamo che non debba essere a spese dei cittadini. Abbiamo quindi pensato di regalare simbolicamente l'occorrente per un po' di pulizia e igiene, certi che, in prima persona i rappresentanti dell'accoglienza e consiglieri comunali rimasti delusi, si prodigheranno a fare e ad insegnare agli ospiti. Da anni assistiamo ad un continuo flusso di clandestini. Dalle tendopoli nei parchi ai bivacchi di fortuna al Bronx. Ci rivolgiamo anche ai soliti attori che continuano a far arrivare disperati e poi scaricano il problema alla cittadinanza, soprattutto adesso che la magia' del business travestito da umanitá sta svanendo e i bandi per l'accoglienza diffusa vanno deserti. Avete stancato».

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