AVIANO - A distanza di poche settimane dall’aggressione in Piancavallo, il lupo è tornato in azione, spostandosi in pianura, nella zona di Beorchia di Aviano.
APPELLO AL BUON SENSO
«Non chiedo vendetta o l’apertura della caccia al lupo - è l’appello della donna -: sono soltanto affranta per la sorte del mio cane e sinceramente dispiaciuta per non essere stata informata della possibile presenza di questo predatore accanto alla città. Avevo appreso dell’aggressione in Piancavallo, ma non pensavo che l’areale fosse così vasto e soprattutto che agissero anche in zone così antropizzate. Lo scopo del mio appello tramite i social è duplice: da un lato alimentare le pur ridottissime speranze di ritrovare il mio cane; dall’altro sensibilizzare gli altri proprietari a non fare il medesimo errore che ho fatto io. Anche se si trovava a pochi metri da me, era comunque senza guinzaglio: se fosse stato al mio fianco, sicuramente il lupo se ne sarebbe andato, non essendosi quasi mai registrati episodi di coinvolgimento di persone».
LE ISTITUZIONI
La donna ha chiamato il 112 per chiedere consiglio su come comportarsi. È stata dirottata dal Centro per il recupero dell’avifauna di Fontanafredda e alla stazione della Guardia forestale regionale di Polcenigo, competente territorialmente. «Non si sono sbilanciati - ha fatto sapere la proprietaria del cane -, ma dalla mia ricostruzione ci sono pochi dubbi da parte loro sul fatto che si tratti di un lupo, piuttosto che di un ibrido. Addirittura, si ipotizza che sia il medesimo esemplare del Piancavallo. Anche il Comune è stato informato dell’aggressione e il sindaco Paolo Tassan-Zanin ha assicurato che verrà redatta un’informativa per avvisare la popolazione».
LE RICERCHE
Per tutto il ponte di Ferragosto, la donna e numerosi amici hanno cercato ovunque qualche traccia del cane: purtroppo le ricerche sono state limitate dal divieto di utilizzo di droni, considerata l’aroporto militare a breve distanza. Non è stato possibile nemmeno convocare i cani molecolari, non essendo stata trovata alcuna traccia di sangue che potesse essere seguita. Una curiosità finale: nei social sono apparse due diverse versioni dell’appello della donna. Nella prima si faceva riferimento all’attacco del lupo, nella seconda si citava un altro cane: «L’ho fatto perchè si era scatenata la solita bagarre pro e contro questi animali selvatici - ha detto la proprietaria del cane -, mentre la mia priorità era unicamente avere informazioni sulle sorti della mia amata Mimì. Le polemiche non mi interessano, così ho scritto che era stato un altro cane, purché il post continuasse a essere condiviso, senza che diventasse la consueta battaglia animalista».
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