«Io, invalido faccio l’autista a chi ha bevuto troppo e a chi non può guidare»

Martedì 19 Dicembre 2023 di Marco Agrusti
Angelo Sovran

ARBA (PORDENONE) - Ogni mese sul conto corrente gli arrivano 1.100 euro. Solo quelli. «E arrivare alla fine dei trenta giorni è sempre più difficile, se non impossibile». Angelo Sovran ha 62 anni.

Lavorava come guardia giurata, prima di trasferirsi nelle Filippine e rientrare successivamente in Italia, in Friuli. È invalido, cammina grazia all’aiuto di un deambulatore. Ma riesce a guidare. Anzi, gli piace proprio. È un pensionato fra tanti, colpito come tutti dal costo della vita che galoppa. Mentre il suo assegno mensile resta fermo. Quindi, «per sopravvivere», si è inventato un servizio. Devi andare a una cena e non vuoi rischiare la patente? Ti porta Angelo. Non puoi guidare e hai bisogno di raggiungere l’ospedale per una visita? Sempre Angelo. Il costo? «Il minimo indispensabile, poco più di quanto spendo per la benzina». 

L’IDEA
Angelo Sovran è nato a Rauscedo, piccola frazione in provincia di Pordenone diventata nota per essere la patria delle barbatelle esportate in tutto il mondo. Adesso vive ad Arba, nella pedemontana pordenonese. «E per riuscire a mettere assieme il pranzo con la cena - racconta - ho deciso di mettermi a disposizione di chi non può guidare oppure di chi vuole godersi una serata senza l’incubo di perdere la patente». 
La premessa però è necessaria. Il 62enne friulano non è titolare di una ditta che si occupa di servizi di noleggio con conducente. La sua non è un’attività sul mercato. Su quello in cui una ragione sociale si accompagna una partita Iva, per intendersi. «E sono perfettamente consapevole di questo - allarga le braccia il pensionato di Arba -, come del rischio che qualcuno mi possa segnalare. Ma d’altronde senza questo aiuto facevo fatica a vivere e a mangiare per tutto il mese. Devo mantenere una casa, vivo con mia moglie. Abbiamo poco, quasi nulla. Ho proposto questo servizio per riuscire a mettere da parte qualcosa, a vivere più dignitosamente».

LA PUBBLICITÀ
Viste le caratteristiche del “servizio”, non si può chiedere un passaggio ad Angelo consultando il suo sito internet. Non c’è nemmeno sull’elenco del telefono. A 62 anni ha scelto i social network come bacino di riferimento per far circolare il suo nome. E per proporre la gamma dei suoi servizi. Così un messaggio standard è iniziato a circolare in vari gruppi. «Sei senza patente? Sei senza macchina e ti serve una persona che ti accompagni? Nessun problema. Io sono disponibile 24 ore al giorno - spiega il 62enne friulano -. Sei andato a cena o in discoteca e hai alzato troppo il gomito? Non rischiare di fare incidenti. Vengo io a prenderti». E in calce, il numero di cellulare da chiamare per far arrivare la “navetta” invisibile del pensionato che si reinventa autista per questioni di sopravvivenza economica. 

LE MODALITÀ
Appurato che non si tratta di un servizio registrato, sorge la domanda chiave. Quanto costa un viaggio a bordo della macchina di Angelo? Qualcuno, storcendo certamente il naso, potrebbe chiamare la sua una concorrenza aggressiva, se non qualcosa di più. «I miei prezzi - spiega infatti il 62enne protagonista della storia - sono cinque volte inferiori rispetto a quelli di un normale taxi. Dipende molto da quanta strada devo fare e anche dall’orario in cui ricevo la chiamata - illustra quasi sfogliando un tariffario ufficiale -: diciamo che per 25 chilometri circa all’una del mattino posso chiedere una ventina di euro, non di più». Contando anche la partenza da Arba verso il luogo di ritrovo. E Arba non è esattamente un paese baricentrico in Friuli Venezia Giulia. 

ELASTICITÀ
È l’esigenza di riuscire ad arrivare alla fine del mese, a muovere Sovran. «Sono disabile e fatico a camminare - ammette - ma riesco molto bene a guidare la mia Fiat Panda. Problemi di distanza? Ultimamente ho ricevuto alcune richieste anche dalla provincia di Treviso. Si trattava di persone che dovevano andare a una cena». E quasi certamente avevano letto l’annuncio online. D’altronde è periodo di cenoni, qualche bicchiere può scappare. Ma la patente serve. Quindi uno più uno anche stavolta fa due. «Spostarmi - conclude - non è e non dev’essere un problema. Sono in condizioni economiche che non esito a definire invivibili. Dovevo provare qualcosa. Non ho diritto ad alcun aiuto diretto da parte dello Stato, devo farcela da solo. Mi segnaleranno? Sono consapevole di quello che faccio». 
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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