Morti sul lavoro: preoccupa il dato del Friuli Venezia Giulia, terzo in Italia. Il lunedì è il giorno nero

Le tragedie soprattutto nei settori del trasporto, magazzinaggio e costruzioni

Lunedì 2 Ottobre 2023 di Antonella Lanfrit
Morti sul lavoro: preoccupa il dato del Friuli Venezia Giulia, terzo in Italia. Il lunedì è il giorno nero

Il Friuli Venezia Giulia è tra le quattro regioni italiane in zona rossa rispetto agli incidenti mortali sul lavoro (esclusi quelli in itinere) nel corso del I semestre 2023 e in rapporto agli stessi semestri dei tre anni precedenti: l’incidenza degli infortuni totali, infatti, è del 21,1, superiore del 125% alla media italiana. L’indice di incidenza medio è pari a 15 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori. Più precisamente, la regione è al terzo posto in una classifica di pericolosità guidata dall’Umbria, seguita dall’Abruzzo e quindi dal Friuli Venezia Giulia.

In rosso anche il Trentino Alto Adige. A differenza di Abruzzo e Trentino Alto Adige, che per tre anni consecutivi sono ai vertici per l’insicurezza, la regione ha avuto un andamento alterno dal 2020 al 2023: per due anni, nel 2020 e nel 2022 è stata in fascia bianca, quindi con l’incidenza più bassa, mentre nel 2021 era finita in fascia arancione, quella che precede la rossa. Il quadro lo dà uno studio dell’Osservatorio Vega – Sicurezza e Ambiente di Mestre, su fonte Inail. 


L’ANALISI
Tra le particolarità dell’analisi, vi è il fatto che concentra l’attenzione sull’incidenza degli infortuni mortali, piuttosto che sul numero assoluto, perché, come si spiega, «l’incidenza della mortalità è il valore più realistico, attraverso il quale realizzare la geografia degli infortuni mortali e arrivare a scelte risolutive più incisive sia a livello imprenditoriale che istituzionale». Inoltre, tra l’incidenza consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente. Ed è proprio questo confronto che permette di evidenziare come vi sia «un rischio di morte maggiormente elevato nelle popolazioni lavorative meno numerose, un dato, forse, troppe volte sottovalutato», spiega il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato. 


L’ANDAMENTO
Un altro elemento significativo emerso, e che riguarda l’andamento degli infortuni in tutta Italia, è quello che riguarda la fascia d’età coinvolta: «Desta grande preoccupazione la situazione dei giovanissimi in occasione di lavoro – si afferma nella nota esplicativa del rapporto Vega -: dai 15 ai 24 anni l’incidenza è aumentata, passando da 11 denunce di infortunio per milione di occupati a 14. Dati quasi doppi rispetto ai lavoratori più maturi, quelli nella fascia d’età 25-34 anni, che vanno da un’incidenza di 6 del 2020 a 8 nel 2023». A destare seria preoccupazione anche i numeri degli infortuni degli over 65, l’incidenza in questo caso è 55, in calo rispetto ai 91 punti del 2020, ma comunque alta. Quanto al genere coinvolto, sono decisamente più gli uomini che le donne ad essere coinvolti negli infortuni, siano essi mortali che non esito non infausto. Per i maschi, infatti, l’incidenza nel I semestre del 2023 è stata di 24,2 punti, in discesa rispetto ai 32,9 del 2020, ma alta se paragonata ai 2,4 punti delle donne.


LE NAZIONALITÀ
Ulteriore profilo degli infortunati messo in luce da Vega è quello che concerne la nazionalità dei lavoratori coinvolti. Spiccano i lavoratori stranieri, con un’incidenza di 25 punti rispetto ai 14 punti degli italiani. Diversificati gli ambiti lavorativi in cui avvengono gli incidenti, soprattutto se letti nell’arco del quadriennio. Nel primo semestre di quest’anno, il numero maggiore degli infortuni complessivi – mortali e non mortali – si è avuto nei settori di trasporto e magazzinaggio, costruzioni e attività manifatturiere. Nel 2020 a questo elenco si è aggiunto il settore sanità e assistenza sociale, un fenomeno connesso con l’anno d’esordio dell’emergenza sanitaria per la pandemia. E a proposito dell’emergenza Covid, le sue ripercussioni sono evidenti sull’andamento degli infortuni mortali sul lavoro: nel primo semestre del 2020 l’incidenza media in Italia era di 21,2 morti per milioni di occupati; nel 2021 di 19,7, nel 2022 di 14,8 e nel 2023 di 15. «La diminuzione degli infortuni mortali degli ultimi due anni rispetto al biennio precedente – è la conclusione dell’Istituto Vega – è essenzialmente dovuta alla scomparsa del fenomeno Covid». Il giorno della settimana più nero, quello in cui scatta con maggior frequenza l’allarme per infortunio, è il lunedì, in cui si concentra il 20,3% dei casi. 

Ultimo aggiornamento: 15:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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