"Nuova" Imu regionale, via libera alla rivoluzione: ecco come funziona e a chi conviene

Mercoledì 9 Novembre 2022 di Elisabetta Batic
Nuova Imu regionale

TRIESTE - Dal primo gennaio 2023, nei Comuni del Friuli Venezia Giulia, l’Imu sarà sostituita dalla nuova imposta locale immobiliare autonoma (Ilia).

Il Consiglio regionale ha dato il via libera, ieri a Trieste, al disegno di legge che recepisce l’accordo firmato nel 2019 dal presidente Massimiliano Fedriga e dall’allora ministro dell’Economia Giovanni Tria, che garantiva al Friuli Venezia Giulia l’autonomia fiscale in materia. La novità principale è l’esenzione totale dal pagamento del tributo delle prime case (nella norma nazionale sono solamente escluse). Tra i principali emendamenti, il Consiglio ha deliberato la diminuzione dall’1,6 percento allo 0,96 percento dell’aliquota massima per tutti i fabbricati strumentali all’attività economica, con un ulteriore contributo regionale del 70 percento a beneficio dei Comuni che decideranno di abbassare ulteriormente l’aliquota stessa fino allo 0,86 percento. «Una misura - ha spiegato l’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti - che complessivamente toccherà 110 Comuni, circa 140mila immobili e circa 137mila contribuenti». Una scelta che richiede l’accantonamento di 24 milioni di euro complessivi per il triennio 2022-24.


LA VOCE FUORI DAL CORO


Il provvedimento è stato approvato a larghissima maggioranza, unico voto di astensione quello di Furio Honsell (Open Sinistra Fvg): «Non è chiaro se questa norma riuscirà davvero ad essere equa e finanziariamente neutrale per i Comuni e se verrà ritenuta legittima la lettura autonomistica dello Statuto speciale della Regione sulla quale fa leva visto che lo Statuto attribuirebbe solo il potere di disciplinare e non anche quello di istituire tributi». Roberti ha replicato definendo il provvedimento «un passo in avanti che permetterà alla Regione di effettuare autonomamente scelte fiscali mirate e funzionali alle esigenze del territorio». Secondo Massimo Moretuzzo (Patto Autonomia): «Serve una verifica costante dei rapporti finanziari con lo Stato, ricondurre il tema della fiscalità sugli immobili a livello comunale è un passaggio importante e le variabili amministrative vanno tenute sotto controllo».


LE ESENZIONI


Accolto l’ordine del giorno del Movimento 5 stelle che punta all’esenzione dell’imposta sugli immobili nelle aree del Porto franco internazionale di Trieste e quello di Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar) che prevede, anche per immobili commerciali e industriali non utilizzati, la possibilità di impiegare come base imponibile il valore venale. Nonostante il voto favorevole al disegno di legge, il gruppo pentastellato intravede il rischio che «i Comuni, tra politiche fiscali e di riscossione, non abbiano l’opportunità di cogliere i benefici dell’imposta locale perché gravati da troppi adempimenti». La previsione, infatti, è quella di dare la possibilità alla Regione di disciplinare autonomamente i tributi locali comunali di natura immobiliare istituiti con legge statale, definendo le modalità di riscossione e consentendo agli Enti locali di modificarne le aliquote e di introdurre esenzioni, detrazioni e deduzioni.


AUTONOMIA AVANZATA


Per Roberto Cosolini e Franco Iacop (Pd) «Il ritorno dell’imposta locale sugli immobili nelle competenze della Regione è una forma di autonomia avanzata che reintroduce il concetto di federalismo fiscale e permette un’impostazione più vicina al territorio. È però necessario garantire e riservare ai Comuni le più ampie autonomie di gestione per affermare un autentico federalismo». Due i punti chiave per Giuseppe Nicoli (Fi): «Una seria riforma del catasto e il contributo degli Ordini professionali per un supporto tecnico nelle perizie».

Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 09:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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