"Fuga" del primario, incognita su visite ed esami, incertezze sul reparto

Mercoledì 9 Settembre 2020
Il primario Roberto Spaziante
PORDENONE - Le dimissioni, arrivate improvvise e a quanto si è capito piuttosto “sofferte” e combattute dopo più di quarant’anni di servizio, del primario Roberto Spaziante stanno facendo piuttosto rumore al “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone. Non sono pochi gli interrogativi e le preoccupazioni che si aprono tra i colleghi e il personale sul dopo, cioé sul previsto trasferimento della Medicina nucleare da lui guidata al Centro di riferimento oncologico di Aviano. È questo l’aspetto che apre le maggiori preoccupazioni e incertezze, soprattutto per pazienti e utenti nell’ambito degli esami diagnostici, sul futuro di un servizio che per l’ospedale di Pordenone fino a oggi è stato irrinunciabile. Certo, il “trasloco” era previsto da tempo dal piano di riorganizzazione di reparti e funzioni tra ospedale e Cro che ha visto diversi servizi, di entrambe le strutture, cambiare destinazione e gestione. La Medicina nucleare era stata “salvata” e il suo mantenimento era stato vincolo proprio alla permanenza del primario al quale era stata concessa la proroga fino a inizio 2023. La fuga di Spaziante con oltre due anni di anticipo rispetto a quella data rimette ora tutto in discussione e riapre, anticipatamente e inaspettatamente, il nodo del trasferimento del servizio al Cro. Un problema di non poco conto anche perché piomba sulla gestione di un momento complicatissimo a causa dell’emergenza Covid e dei ritardi che si stanno registrando sul fronte di visite, esami e interventi. Senza contare che l’ospedale perde uno dei professionisti che ne hanno fatto la storia degli ultimi decenni: Spaziente è anche il presidente del Collegio dei primari.
IL PIANO
Il trasloco della Medicina nucleare era previsto già alla fine del 2017, alla direzione dell’Azienda c’era allora Paolo Bordon e la giunta regionale era guidata da Debora Serracchiani, nel piano che ha trasferito l’Oncologia medica di Pordenone al Cro, mentre da Aviano passavano all’ospedale Cardiologia, Microbiologia e Centro trasfusionale. Un piano che puntava a razionalizzare e a mettere in sinergia i servizi. La Medicina nucleare del Civile doveva essere accorpata a quella del Cro in quanto una buona parte delle mansioni svolte sono legate all’oncologia. Ma in più il reparto si occupa, oltre che dei diversi esami diagnostici come le scintigrafie, di tutte le ecografie. Proprio per questo il trasferimento era stato “congelato” e legato al pensionamento del primario. Ora le dimissioni improvvise aprono una serie di problemi non indifferenti. Sia rispetto al ruolo e al depauperamento dell’ospedale cittadino che sarebbe privato di un servizio cruciale, sia rispetto ai possibili disagi per pazienti e utenti che devono svolgere gli esami diagnostici, in particolare per tutti quei casi che non hanno implicazioni di carattere oncologico. Dovranno recarsi al Cro per svolgere gli esami, oppure sarà trovata qualche soluzione? E le centinaia di ecografie annue dove saranno garantite? Tutti interrogativi che al momento non sembrano avere risposte, anche se dicembre (quando Spaziante terminerà il suo servizio) è dietro l’angolo. Si tratterà di capire insomma se e come, oltre al servizio, sarà trasferito anche il personale. Non è ancora chiaro se si tratterà di un “trasloco” solo gestionale (e solo in parte delle funzioni) con macchinari, ambulatori e personale che rimangono a Pordenone oppure se si realizzerà uno spostamento del servizio vero e proprio. Con i conseguenti disagi per i pazienti. E sul caso è intervenuto ieri anche il consigliere regionale Pd Nicola Conficoni: «Le dimissioni del primario sono uno smacco per l’assessore Riccardi e il clima tra gli operatori non migliora». Mentre l’ex direttore generale Giorgio Simon si dice “dispiaciuto della pensione anticipata di Spaziante, che ringrazio per il bel lavoro fatto assieme».
 
Ultimo aggiornamento: 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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