Tanto lavoro e pochi operai, edilizia nel caos. La soluzione? Tilatti: «Servono almeno duemila immigrati»

"Dopo la grandinata picco di richieste. Ci dispiace di non poter aiutare tutti"

Domenica 1 Ottobre 2023
Tanto lavoro e pochi operai, edilizia nel caos. La soluzione? Tilatti: «Servono almeno duemila immigrati»

«Siamo davvero amareggiati, soprattutto per non riuscire a dare una mano ai nostri corregionali, ai nostri fratelli».

Graziano Tilatti, numero uno degli artigiani friulani si dispiace per la difficoltà delle aziende locali di rispondere prontamente alle tantissime richieste di preventivi, lavori, interventi che si stanno accavallando tra post emergenza maltempo, Superbonus e cantieri del Pnrr.


SCONSOLATO
«È una situazione complicata che ci affligge dice - in un momento di grossa difficoltà è vero che noi non siamo in grado di dare una risposta; del resto siamo rimasti con metà della forza lavoro, siamo presi con il completamento degli interventi del "110", avevamo chiesto alla Regione un supporto per una proroga dei termini per poter dare una mano alle popolazioni colpite dagli eventi di luglio, poi ci sono tanti colleghi artigiani che vanno in pensione, non ne trovi più di lavoratori qualificati. A tutto ciò si somma il fatto che gli operai arrivati negli ultimi anni dall'Est Europa, dopo essere stati formati da noi con impegno e dedizione se ne stanno andando in Germania, Svizzera o Olanda, dove gli danno più soldi, gli danno vitto e alloggio. Effettivamente - conferma Tilatti - siamo in ritardo in tutti i lavori ma quello che ci amareggia di più è il fatto di non riuscire ad essere di supporto ai friulani che hanno patito le grandinate di fine luglio». Altro fattore che peggiora la situazione secondo il presidente della Confartigianato di Udine è che «stavolta, a differenza del post-terremoto del 1976, si tratta per esempio di lavori in quota per i quali serve gente molto preparata, e inoltre non si combina a sopperire alle carenze di ditte specializzate che magari arrivano da fuori regione perché anche negli altri territori italiani ci sono state emergenze del genere e quindi ognuno deve arrangiarsi con le proprie forze». C'è poi un dato che Tilatti mette in luce: «Nel periodo della ricostruzione il solo settore delle costruzioni aveva ben 13 mila iscritti alla Cassa Edile, oggi ne abbiamo 3.500; questo dato ha iniziato a manifestarsi in tale portata dalla crisi dell'edilizia del 2011, all'epoca c'era ancora una tenuta degli iscritti che erano 8 mila circa. Un crollo di maestranze di muratori qualificati al quale si aggiungono anche quelle dei settori della serramentistica per esempio. E non ci sono margini per un inversione di tendenza visto che l'età media dei nostri operai è di 56-57 anni, persone prossime alla pensione».


IL FUTURO
Soluzioni? Contromisure? «Il momento è davvero drammatico risponde Tilatti - stiamo spiegando alle autorità che forse occorre gestire questa emergenza profughi cercando di individuare delle quote di lavoratori che possano venire formati in breve tempo». Quanti per parare il colpo? «Almeno mille-due mila ne servirebbero, anche perché in questa maniera riusciremmo a liberare i nostri specializzati dalla manovalanza di base alla quale sono costretti per tappare le emergenze. Ne abbiamo parlato la scorsa settimana nel corso di un incontro con Regione, Prefettura e gli altri colleghi rappresentanti delle categorie, auspichiamo innanzitutto che si riesca anche a strappare una proroga dal governo, almeno per quelle regioni nelle quali è stato dichiarato lo stato di emergenza, per la questione relativa alle scadenze del superbonus, senza mettere in difficoltà i comuni che devono rendicontare e i privati che hanno presentato domande di sostegno. Dobbiamo farci forza e andare avanti, anche perché se dobbiamo sperare in una nuova natalità, ci vorranno almeno 25 anni per riprenderci».

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