Rincari approvati: ripartono i lavori per il carcere di San Vito

Lunedì 21 Agosto 2023 di Chiara Muzzin
Il cantiere per il carcere di San Vito

SAN VITO AL TAGLIAMENTO - Non è più così remoto l’avvio del cantiere del futuro carcere di San Vito.

L’Avvocatura Generale dello Stato si è espressa favorevolmente sull’adeguamento dei prezzi richiesto dalla ditta Pizzarotti, incaricata di realizzare l’opera, e il Provveditorato di Venezia ha rimodulato il quadro economico complessivo dell’intervento, che si aggira sui 45 milioni di euro. Sempre il Provveditorato, nelle scorse settimane ha chiesto alla Direzione Generale dell’Edilizia la copertura finanziaria per sottoscrivere il contratto con l’impresa di Parma sia per l’importo stabilito dalla sentenza del Consiglio di Stato sia per i maggiori costi derivanti dall’aumento del prezzario regionale. L’intesa raggiunta permette di “sbloccare” ufficialmente la questione carcere, dopo un lungo periodo di stallo.


SODDISFATTO
«Un bel passo in avanti – per il sindaco di San Vito Alberto Bernava –. Con il responso dell’Avvocatura dello Stato si è trovato il punto di equilibrio tra le richieste legittime delle parti. Smarcato questo punto, ormai, ci sono tutte le condizioni per partire con il cantiere». Una volta che le risorse finanziarie saranno arrivate, si procederà alla sottoscrizione del contratto, che dovrà essere inviato agli organi di controllo (Ragioneria territoriale dello Stato e Corte dei Conti) per la registrazione. Dopo il riscontro favorevole degli uffici, finalmente l’opera potrà essere consegnata e i lavori potranno prendere il via. «Siamo molto soddisfatti – continua Bernava –. Naturalmente l’attesa è stata legata ad una questione tecnica e non politica, che noi guardavamo da fuori e speravamo che si potesse sbloccare quanto prima». «Mi sento in dovere di ringraziare – afferma il sindaco – tutti gli organi dello Stato che hanno lavorato, e stanno continuando a farlo, in modo competente e puntuale, orientati all’obiettivo. Ringrazio il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, che ho incontrato qualche mese fa per discutere dei passaggi chiave per liberare l’iter per il cantiere, il parlamentare del nostro territorio Emanuele Loperfido, che ha dimostrato grande attenzione al progetto e fornito tempestivi aggiornamenti, e tutti coloro che stanno operando affinché si possa vedere presto l’inizio dei lavori». «Ci auguriamo che non ci siano ulteriori intoppi – sottolinea Bernava – e che nei tempi previsti dal cantiere venga realizzata quella che è ritenuta una delle opere più strategiche della Regione, sia per l’investimento rilevante, sia anche per il ruolo che il carcere ha nella programmazione complessiva annunciata dal ministro della giustizia Carlo Nordio».


IL PROGETTO
Il penitenziario sorgerà nell’ex caserma Dall’Armi: un’idea in linea con il progetto del guardasigilli di utilizzare gli edifici militari dismessi per trasferirvi detenuti con a carico reati minori, superando il problema del sovraffollamento delle prigioni. «In merito a questo indirizzo – osserva Bernava –, San Vito ha anticipato di molto i tempi». «Un altro punto importante – è la conclusione –, e lo dico da sindaco, ma anche da cittadino, è che finalmente con la realizzazione di questa struttura si potrà chiudere l’esperienza del carcere in centro città a Pordenone. Si potrà infine permettere, insieme all’amministrazione comunale di Pordenone e alla Regione, a chi sosterrà il progetto, di riqualificare una zona molto importante, che non deve essere destinata ad una prigione, ma a tante attività sociali e culturali, che possano impreziosire ancora di più la nostra città capoluogo». L’istituto penitenziario di San Vito sarà di medie dimensioni e accoglierà 300 detenuti. La durata prevista dei lavori è di 540 giorni. Si parla di questo progetto da oltre 25 anni, ma sua realizzazione è stata tenuta in scacco da una serie di ostacoli, nel tempo. L’ultimo ha riguardato proprio l’accordo economico con la Pizzarotti. La ditta, peraltro, era arrivata seconda nella gara d’appalto indetta nel 2016, per poi presentare e vincere un ricorso al Tar contro l’impresa che aveva conquistato l’incarico. Il progetto è stato inserito nel Piano carceri stilato nel 2013. Dopo un decennio, si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel.

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