Imprese edili monopolizzate da Pnrr, superbonus e grandine. Fino a due anni di attesa per ristrutturare casa

Settore in tilt dietro a scadenze e urgenze. L'imprenditore: «C’è chi aspetta da un anno la tomba di famiglia»

Domenica 1 Ottobre 2023 di Marco Agrusti
Imprese edili monopolizzate da Pnrr, superbonus e grandine. Fino a due anni di attesa per ristrutturare casa

Tre elementi concomitanti - alcuni inaspettati, altri forse calcolati male dall’alto - stanno generando una tempesta perfetta in Friuli Venezia Giulia. La combinazione è quella tra il Piano nazionale di ripresa e resilienza, i residui (e sono ancora notevoli) del Superbonus 110 per cento e la coda del maltempo che ha flagellato la regione nella serata del 24 luglio scorso. Il risultato è un intasamento nel settore dell’edilizia tale da rendere di fatto impossibile qualsiasi lavoro a breve termine. A patto che non si rientri nelle tre categorie citate: danneggiati dalla grandine, baciati dal Superbonus oppure enti pubblici graziati dal Pnrr.

Tutti gli altri restano al palo e devono aspettare anche due anni per una semplice manutenzione. 


CORTO CIRCUITO
Sostituire dei serramenti fuori dai canali del bonus statale? Non se ne parla. Mettere mano a una parete di casa usurata e bisognosa di interventi di manutenzione? Stesso discorso. Le liste d’attesa sembrano ricalcare quelle che si incontrano in alcuni settori della sanità. Ci sono famiglie e aziende che si sono sentite dare questa risposta: per trovare il primo “buco” libero ci vogliono 24 mesi. Il problema è multiforme: da un lato interessa il tessuto economico, con le ditte artigiane che non reggono il passo; dall’altro pesa una dispersione generazionale delle professionalità. Mancano lavoratori e le ditte esistenti sono tutte impegnate su altri fronti. Con l’aggiunta - pesante - della doppia grandinata che prima ha piegato una fascia territoriale importante del Friuli Venezia Giulia e poi ha costretto tutti a riparare i tetti delle abitazioni danneggiate. 


IL QUADRO
Vincenzo Zanutta guida una delle aziende leader nell’edilizia nella nostra regione. Ha perfettamente il polso della situazione. Il telefono dei suoi addetti squilla in continuazione, ma le risposte arrivano purtroppo a pochi privati cittadini. I più fortunati, quelli che hanno in mano un contratto per il Superbonus sottoscritto ormai l’anno scorso. Per tutti gli altri, tanta pazienza e si aspetta in coda. «Oggi per un normale lavoro domestico - spiega l’imprenditore della Bassa friulana - le prenotazioni delle ditte edili arrivano a circa due anni». Tradotto, la disponibilità c’è, ma per “fermare” un’azienda e metterla a propria disposizione bisogna attendere 24 mesi. Prima è impossibile. 
«Conosco poi un caso - prosegue sempre Vincenzo Zanutta - di una famiglia della zona udinese che aspetta da un anno la realizzazione della tomba di famiglia». Anche in quel caso a mancare sono le aziende disponibili a realizzarla materialmente, la struttura funeraria. 


L’ALLARME
«Stiamo pagando, oltre all’intasamento dettato dai bonus e dal maltempo - prosegue ancora Zanutta - quello che io chiamo un buco generazionale. Per anni nel nostro sistema scolastico è stata caldeggiata una carriera che avrebbe portato i giovani a fare ad esempio l’avvocato o il commercialista. Il risultato? Ci troviamo con tantissimi avvocati e pochissimi muratori e artigiani edili. Cosa succederà? Lo dico con un pizzico di ironia. Probabilmente il muratore del futuro prenderà 80 euro l’ora e l’avvocato 50 euro in meno. Questo buco ha portato tanti paesi a passare da dieci a una sola impresa dedita all’edilizia. Il prossimo periodo affronteremo una difficoltà totale, che probabilmente potrà essere corretta solo dalla manodopera straniera». 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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