Frenata dell'economia in Friuli Venezia Giulia: ecco il patto per arginare la crisi

Regione, sindacati e associazioni di categoria aprono il tavolo: incontri costanti per monitorare e intervenire

Venerdì 21 Luglio 2023 di Antonella Lanfrit
Frenata dell'economia in Friuli Venezia Giulia: ecco il patto per arginare la crisi

L'autunno preoccupa la Regione: l'economia dà segni di rallentamento e la Giunta intende prevenire gli effetti del raffreddamento, piuttosto che agire nell'emergenza. Perciò ieri ha chiamato a confronto i sindacati e i rappresentanti dei giovani imprenditori, mettendo in calendario per le prossime settimane l'incontro con i senior delle categorie economiche. Obiettivo, «attivare fin da settembre un tavolo operativo per incrociare i dati e le informazioni a disposizione di ciascuno, al fine di elaborare le strategie migliori di intervento», ha sintetizzato l'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Bini, che all'appuntamento ha portato con sé anche i vertici della direzione dell'assessorato, per entrare già nel concreto.


Il sindacato

Riscontro decisamente positivo da parte di Cgil, Cisl e Uil, rappresentate rispettivamente da Alessandro Zanotto, Alberto Monticco e Matteo Zorn, che hanno sostanzialmente condiviso le prospettive di rallentamento, le quali si uniranno alle criticità già conclamate.

I sindacalisti, inoltre, hanno individuato le macroaree su cui occorre agire per strategie di medio termine: salari, formazione, qualità e sicurezza. «Gli effetti dell'alta inflazione del rialzo dei tassi si faranno sentire con particolare intensità negli ultimi mesi del 2023», ha affermato in premessa l'assessore Bini. Per quei mesi «è atteso un rallentamento dell'economia mondiale. L'Italia e il Friuli Venezia Giulia non potranno sottrarsi a questa tendenza: è pertanto necessaria una politica anticiclica per fronteggiare le difficoltà previste ha proseguito l'assessore -, nonostante gli indicatori della regione siano superiori alla media nazionale».

Il rapporto

Nello specifico, il rapporto di Prometeia di fine aprile prevede per quest'anno una crescita del Pil dello 0,8% in Friuli Venezia Giulia, in linea con le altre regioni del Nordest e superiore al dato medio italiano. La Giunta guidata da Massimiliano Fedriga intende però giungere all'appuntamento attrezzata non solo con le previsioni della primavera scorsa. Perciò, è andato nel concreto Bini, «la volontà è quella di avviare già da settembre un tavolo di confronto a cadenza regolare con tempistica da concordare assieme alle organizzazioni sindacali e alle associazioni di categoria, con lo scopo di mettere a sistema i dati a disposizione e monitorare così in maniera efficace le situazioni di maggiore criticità tra le imprese del territorio intervenire tempestivamente con misure di sostegno».

Il confronto

Il confronto con i sindacati ha fatto emergere che nei prossimi mesi «c'è il rischio di una riduzione dei consumi, a causa della perdita del potere d'acquisto, che colpisce in modo particolare le fasce più povere della popolazione». Inoltre, l'aumento dei tassi frena la decisione di investimenti tra le imprese e può mettere in difficoltà quelle che hanno una gestione poco equilibrata delle fonti finanziarie. «Sì al tavolo operativo con l'auspicio che, a seguito degli accordi che maturano, vi sia l'impegno di tutte le parti ad applicarli e farli rispettare nel tessuto imprenditoriale regionale», ha affermato il segretario regionale Cisl Monticco, mettendo in riga le questioni più calde da affrontare in forma sistematica: «Energia, salario e formazione, quest'ultima per accompagnare una transizione tecnologica che faccia convivere presente e futuro». Conferma le preoccupazioni per l'autunno il segretario generale della Uil, Zorn: «Ci sono tante Pmi in difficoltà soprattutto per la stretta sul credito e la crisi di liquidità potrebbe portare a difficoltà che non fanno rumore ma determinano la perdita di molti posti di lavoro».

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Chi rischia


Quanto alle situazioni sotto osservazione sindacale, Zorn ricorda in particolare «la Flex a Trieste e la Cimolai a Pordenone». Articolato il ragionamento di Zanotto per la Cgil che, dopo aver confermato le tendenze poco rassicuranti per l'autunno, ha sottolineato «la necessità di dare risposte in regione dal punto di vista salariale e della stabilità dell'occupazione, perché c'è precarietà crescente sia nell'industria che nel turismo. In quest'ultimo comparto, poi, la stagione si sta sempre più accorciando e i lavoratori hanno dei contratti così brevi che non consentono disoccupazione. Da qui la fuga». Cruciale anche per la Cgil «la promozione della formazione per affrontare la transizione tecnologica».

Ultimo aggiornamento: 09:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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