Le imprese del Friuli Venezia Giulia strangolate dalle tasse, il conto del salasso arriva a 1,4 miliardi

Domenica 2 Luglio 2023 di Antonella Lanfrit
Imprese strangolate dalle tasse

Il mese delle tasse, cioè giugno, si è chiuso con il versamento da parte dei cittadini e delle imprese del Fvg di circa 1,4 miliardi di euro, per saldare il conto di Iva, Ires, Imus, Irap, Irpef e altre addizionali.

A fronte di tale cifra incassata, persiste l’evasione, anche se piuttosto contenuta rispetto ad altre aree: per ogni 100 euro, in Fvg non se ne incassano 10,6, rispetto alla media nazionale che è di 13,2 euro. Guida la classifica del sommerso la Calabria, dove per 100 euro restano non versati 21,3 euro, seguita dalla Campania con 20 euro. Al lato opposto della classifica, la provincia autonoma di Bolzano (9,3 euro) e al penultimo posto la Lombardia, dove su 100 euro sfuggono al fisco 9,5 euro.


I CONTI


È la fotografia che il giorno dopo l’ultima scadenza offre la Cgia di Mestre, che mette in evidenza tutti gli aspetti connessi agli obblighi fiscali. Tra questi spicca la denuncia per la complessità del sistema, che richiede al contribuente conoscenze e pazienza per districarsi tra le norme: «Pagare le tasse è estremamente difficile», sintetizza il rapporto. Anzi, la materia è diventata così «complessa e farraginosa» che sta creando «grandi difficoltà interpretative persino agli addetti ai lavori». Il fisco rischia di diventare poi una vera e propria selva per gli imprenditori, «in particolare modo per quelli di piccola dimensione che subiscono circa 80 scadenze tributarie e contributive l’anno – sottolinea la Cgia -. Travolti da questo dedalo fiscale, con il rallentamento dell’economia è diminuita anche la liquidità disponibile per onorare questi impegni, anche alla luce del fatto che i committenti hanno allungato i tempi di pagamento e le banche sono tornate a erogare il credito con il contagocce». L’Ufficio studi della realtà mestrina prosegue l’analisi del mondo tributario italiano compiendo un confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea, per concludere che in Italia, e quindi anche in Fvg, si è «schiacciati dall’oppressione fiscale». Il carico delle tasse «è tra i più elevati d’Europa» e l’Italia, insieme con il Portogallo, è il Paese dove il pagamento degli oneri è più difficile. Secondo le ultime stime elaborate dalla Banca mondiale – Doing business 2020 - «gli imprenditori italiani perdono 30 giorni l’anno, pari a 238 ore, per raccogliere tutte le informazioni necessarie per calcolare le imposte dovute, per completare tutte le dichiarazioni dei redditi, per effettuare il pagamento on line o presso le autorità preposte». In Francia, per esempio per pagare le tasse occorre un impegno equivalente a 17 giorni, in Germania a 27. La media dell’area Euro è di 18 giorni. Quanto al “peso” fiscale, solo Francia e Belgio pagano più degli imprenditori italiani. 


SUL TERRITORIO


«Per una regione come il Fvg, che ha una importante vocazione all’export, doversi misurare con concorrenti stranieri che magari hanno 4-5 punti percentuali di tassazione in meno è un grosso handicap che molti imprenditori regionali purtroppo subiscono». Quest’anno, a rendere un po’ meno pesante il salasso tributario, c’è la prospettiva di uno stipendio più “pesante” a luglio, perché entra in vigore il taglio del cuneo fiscale previsto dal decreto sul lavoro approvato a fine giugno. Il taglio del cuneo porterà però un vantaggio solo per i lavoratori con redditi fino a 35mila euro. La misura, inoltre, è temporanea, perché resterà in vigore fino al 31 dicembre di quest’anno. Nello specifico, per gli stipendi fino a 25mila euro lordi il taglio del cuneo passa da 3 a 7 punti percentuali e ciò «comporterà un ipotetico aumento dello stipendio di circa 70 euro al mese»; per le retribuzioni dai 25mila ai 35mila euro lordi, invece, la riduzione sale dal 2 al 6 per cento. «Si ipotizza che l’aumento in busta paga arrivi a circa 90 euro mensili». 

Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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