Sempre meno neonati in Friuli Venezia Giulia: ecco tutti i punti nascita a rischio negli ospedali

Domenica 3 Settembre 2023 di Loris Del Frate
Culle in ospedale

Da qualsiasi parte lo si guardi, è un problema.

Serio. Già, perchè a seguire i numeri c’è da prendere spavento. La questione è risaputa: si fanno pochi figli, anche in Friuli Venezia Giulia. Ma parlarne è una cosa, vedere nel dettaglio quale effettivamente sia la realtà è un’altra. Il primo passaggio, per forza di cose, è nelle culle. Già, nei reparti in cui in regione c’è ancora il punto nascita.

NELLE CULLE

In regione sono nove gli ospedali “fortunati” che hanno ancora le culle, ma a quanto pare già in questa legislatura c’è la concreta possibilità che qualcuno possa chiudere. Se è vero, infatti, che sotto i 500 parti il punto nascita non è più “sicuro”, allora alla fine del 2023, pur con numeri stimati, ma quasi sempre corretti, dovrebbe sbarrare le porte anche il nido di Latisana. E pensare che nel 2020, dopo una battaglia cruenta, era stato chiuso il reparto di Palmanova. Nella Bassa Friulana, da Latisana sino alla città stellata arrivando a Fiumicello, in un anno, nascono meno di 500 bambini. Un problema non da poco. Se invece, i punti nascita, secondo le indicazioni della letteratura medica, dovrebbero avere mille parti, allora le chiusure si allungherebbero. Via San Daniele, via San Vito, via il policlinico San Giorgio a Pordenone. Sotto i mille Monfalcone - Gorizia, ma questioni territoriali il nido resterebbe aperto e aperto anche Tolmezzo che essendo presidio montano ha una deroga visto che già ora nascono solo 300 bimbi.

I NUMERI

Il grafico in alto è indicativo per capire la parabola discendente che c’è stata in regione. Nel 2012, tutti i punti nascita aperti, erano nati 9.907 bambini. La stima per il 2023 è di 7.548 ai quali vanno tolti 142 piccolini a stelle e strisce, figli del personale Usaf della base di Aviano che nascono in prevalenza a Pordenone.

L’INDAGINE

Nel caso in cui le culle non avessero già dato una indicazione chiara, per capire il disastro al quale stiamo andando incontro c’è una indagine messa in campo da Paolo Zabeo della Cgia di Mestre. Un passaggio fondamentale: in Fvg le cose vanno un po’ meglio che altrove. Ebbene, negli ultimi dieci anni è sceso di 5.330 unità in regione il numero dei giovani in età lavorativa (15-34 anni). Questa contrazione della popolazione nella fascia più produttiva della vita lavorativa (pari al -2,3 per cento) ha, rispetto alle regioni del Sud (-15,1 per cento), una dimensione più contenuta.

I PIÚ COLPITI

La contrazione ha interessato in Friuli le province di Udine e Pordenone, ma non la Venezia Giulia (Gorizia e Trieste), che, invece, hanno registrato risultati sorprendentemente positivi. Tuttavia, nei prossimi anni l’onda lunga della denatalità investirà con maggiore forza tutta la regione con effetti sul mercato del lavoro molto negativi. Già oggi molti imprenditori faticano ad assumere personale, non solo per lo storico problema di trovare candidati disponibili e professionalmente preparati, ma anche perché la platea degli under 34 pronta ad entrare nel mercato del lavoro si sta progressivamente riducendo. Tra il 2023 e il 2027 il mercato del lavoro del Fvg richiederà 65 mila addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione. Con sempre meno giovani “rimpiazzare” parte di chi scivolerà verso la quiescenza diventerà un grosso problema. Insomma, i giovani calano di numero e rimangono ancora troppo lontani dal mercato del lavoro. 

IL QUADRO

La situazione, come detto in Fvg si presenta meno sconfortante di molte altre aree del Paese, ma comunque il quadro complessivo è destinato a peggiorare e rischiamo di pagare caro se, non aumenterà il numero delle nascite. 

UDINE E PORDENONE

In regione - dice lo studio della Cgia - le province più colpite dalla denatalità sono state Udine e Pordenone. Se la prima in questo ultimo decennio ha subito una contrazione del 6,9 per cento (-7.098 giovani), la seconda ha registrato un -4,8 per cento (-3.073).

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