Crollo delle nascite, in tre anni 6mila banchi vuoti: futuro a rischio per sedici istituti

Dal 2020, primo anno scolastico figlio della pandemia, la regione ha visto "sparire" 6206 allievi dagli asili alle superiori

Venerdì 4 Agosto 2023 di Marco Agrusti
Crollo delle nascite, in tre anni 6mila banchi vuoti: futuro a rischio per sedici istituti

PORDENONE - Dal primo anno scolastico interamente figlio della pandemia, cioè il 2020-2021, il Friuli Venezia Giulia ha perso 6.206 studenti.

L'ennesima emorragia figlia del crollo delle nascite. E infatti il dato più eloquente è quello che riguarda due ordini di scuole: gli asili e le elementari. I numeri delle superiori, infatti, riflettono ancora l'andamento demografico di 13-14 anni fa. Già in calo ma non drammatico come quello attuale. Quindi che si fa? La conseguenza sarà logica. Nel prossimo triennio, cioè a partire dal 2024, sedici autonomie scolastiche tra gli istituti comprensivi salteranno. A queste si aggiungeranno anche tre scuole autonome in lingua slovena.


I DATI
La regione vede sempre più banchi vuoti nelle scuole. È la provincia di Udine quella che soffre maggiormente, ma è anche una conseguenza diretta della popolazione che vi risiede, la più numerosa in Fvg. Il Friuli Centrale in tre anni ha perso 3.821 studenti tra asili, elementari, medie e superiori. La provincia di Pordenone, invece, è seconda in questa poco onorevole classifica, avendo perso sempre in tre anni di rilevazioni 1.370 allievi. In totale il Friuli Venezia Giulia partiva da 141.045 studenti e nell'anno scolastico prossimo partirà ai nastri con 134.839 banchi occupati.


ACCORPAMENTI
La Regione deciderà solamente l'anno prossimo quali autonomie scolastiche far saltare. Ma cosa significa? Banalmente che alcuni istituti comprensivi non avranno più il preside e faranno riferimento a scuole maggiori. «Ma non vuol dire che saltino classi o chiudano istituti», ha precisato l'assessore Alessia Rosolen.
Secondo quanto stabilito dallo schema di decreto, in Friuli Venezia Giulia si prevede nel triennio una riduzione di sedici autonomie tra le istituzioni scolastiche di lingua italiana (dieci nell'anno scolastico 2024/2025, quattro nell'anno scolastico 2025/2026, due nel 2026/2027) e tre nelle scuole con insegnamento di lingua slovena (due nell'anno scolastico 2024/2025, una nel 2026/2027).
Rosolen ha ricordato che «il calo demografico che rischia di svuotare le scuole è un tema che avrà effetti non solo nella riforma del dimensionamento scolastico e nei numeri della dotazione organica del personale che il ministero assegna annualmente alle Regioni, ma anche negli investimenti di edilizia scolastica. Dobbiamo essere capaci di immaginare cosa accadrà in futuro e lavorare in maniera integrata con le competenze di altri assessorati, per giungere a una definizione puntuale dei punti di erogazione del servizio scolastico che sia coerente rispetto al complesso di servizi garantiti sul territorio e alle necessità delle famiglie».


I FONDI
Tra le priorità del pacchetto scuola, che vale tre milioni di euro, rientrano l'incremento negli istituti scolastici del personale docente di sostegno, Ata, della scuola in ospedale, per attività di supporto amministrativo e organizzativo dei dirigenti scolastici (Ds) e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), per assistenza tecnica. Gli interventi che verranno attivati per l'anno scolastico 2023/2024 riguarderanno anche il potenziamento dei servizi per l'infanzia (sezioni primavera) e le esigenze legate alla presenza di alunni con bisogni educativi speciali (Bes) e disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa), nonché alla presenza di un'alta concentrazione di alunni stranieri.
Misure, queste, contenute nell'ultimo assestamento al bilancio regionale.

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