MEDUNO - Un altro caso scuote la montagna pordenonese. Dopo Clauzetto, un maxi-focolaio composto da diversi cluster familiari “conquista” Meduno. E a far discutere è l’origine dei contagi, da ricercare nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Lo rileva infatti il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria, che sta svolgendo le analisi urgenti dei casi per isolare il più rapidamente possibile i positivi ed evitare che il contagio si allarghi ancora. Ma la situazione è già grave. Nella piccola comunità di Meduno, infatti, i positivi sono schizzati a quota 36.
Focolaio tra negazionisti, ritrovi di 25-30 persone senza protezioni. Il sindaco: «Inaccettabile». Ecco cos'è successo
I FATTI
Meduno ha 1.561 abitanti e una vita fatta di relazioni quotidiane tra famiglie.
PRIMO CITTADINO
Marina Crovatto, sindaco di Meduno, è al corrente della situazione che si è sviluppata nel suo comune. «Come amministrazione - ha spiegato - abbiamo organizzato videomessaggi e comunicati di ogni genere per indurre la popolazione a rispettare le regole. Nella maggior parte dei casi queste sono state osservate, ma evidentemente in corrispondenza di Pasqua e Pasquetta c’è stato un rilassamento, accompagnato da una leggerezza che non potevamo permetterci. Speriamo che la situazione resti circoscritta e che tra una settimana le cose possano migliorare con decisione. Rimaniamo vigili. Tutte le persone coinvolte per fortuna stanno bene».
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L’EPISODIO SIMILE
Solo pochi giorni fa era scoppiato il caso di Clauzetto. Ritrovi e feste private anche con 25-30 persone al chiuso in piena zona rossa. Uno “zoccolo duro” fatto da cittadini che si autodefiniscono negazionisti, che non vogliono portare mascherine, rispettare le norme anti-contagio e nemmeno vaccinarsi. E alla fine un maxi-focolaio che ha invaso il paese. Il caso aveva scosso la regione e macchiato la relativa tranquillità in cui vive ormai da settimane la provincia di Pordenone. Era scoppiato a Clauzetto, comune soprannominato “Balcone del Friuli” che anche ora è il più colpito dal contagio di tutto il Friuli Venezia Giulia. Il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, infatti, quando è stata chiamata ad intervenire per effettuare il tracciamento dei contagi si è trovata di fronte a una situazione paradossale. Annidata nella comunità del piccolo comune collinare c’è una “sacca” di cittadini negazionisti, persone che in sostanza rifiutano il concetto stesso di prevenzione e di difesa nei confronti del virus. «La composizione del maxi-focolaio - spiegavano infatti gli esperti del Dipartimento - è prettamente intrafamiliare. Si tratta purtroppo di persone che si dichiarano contrarie alle mascherine e anche ai vaccini e che nelle ultime settimane hanno organizzato ritrovi composti anche da 25-30 invitati».