Feste tra gruppi di giovani a Pasquetta, scoppia maxi-focolaio, paese in allarme

Sabato 17 Aprile 2021 di Marco Agrusti
Tamponi di controllo in montagna
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MEDUNO - Un altro caso scuote la montagna pordenonese. Dopo Clauzetto, un maxi-focolaio composto da diversi cluster familiari “conquista” Meduno. E a far discutere è l’origine dei contagi, da ricercare nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Lo rileva infatti il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria, che sta svolgendo le analisi urgenti dei casi per isolare il più rapidamente possibile i positivi ed evitare che il contagio si allarghi ancora. Ma la situazione è già grave. Nella piccola comunità di Meduno, infatti, i positivi sono schizzati a quota 36. 

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I FATTI

Meduno ha 1.561 abitanti e una vita fatta di relazioni quotidiane tra famiglie.

Quello che è accaduto tra Pasqua e Pasquetta, però, ha a che fare con incontri tra giovani che sono andati ben oltre le concessioni rilasciate dal governo, che prevedevano la possibilità di far visita a parenti e amici in due persone e non di più. Nella comunità, infatti, sono state “fatali” alcune feste tra ragazzi che hanno provocato la nascita dei focolai che ora preoccupano l’intero paese montano. Incontri troppo allargati e senza protezioni che si sono svolti a Pasquetta e che una settimana e mezza dopo hanno prodotto risultati allarmanti. A Meduno, infatti, sono dieci su 38 i casi che riguardano persone nate dopo l’anno 2000, quindi giovani e in alcuni casi di età scolare. C’è anche un bimbo di due anni, coinvolto nei focolai familiari. Gli altri contagi sono tutti interni ai nuclei di appartenenza dei giovani. La prevalenza, cioè la diffusione dei casi sui mille abitanti (è il metro utilizzato dalla Protezione civile regionale per stabilire il rischio), oscilla tra i 10 e i 20 positivi. È un numero molto alto rispetto alla media del resto della provincia di Pordenone. Ma soprattutto c’è il timore che la situazione possa peggiorare. 


PRIMO CITTADINO

Marina Crovatto, sindaco di Meduno, è al corrente della situazione che si è sviluppata nel suo comune. «Come amministrazione - ha spiegato - abbiamo organizzato videomessaggi e comunicati di ogni genere per indurre la popolazione a rispettare le regole. Nella maggior parte dei casi queste sono state osservate, ma evidentemente in corrispondenza di Pasqua e Pasquetta c’è stato un rilassamento, accompagnato da una leggerezza che non potevamo permetterci. Speriamo che la situazione resti circoscritta e che tra una settimana le cose possano migliorare con decisione. Rimaniamo vigili. Tutte le persone coinvolte per fortuna stanno bene». 

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L’EPISODIO SIMILE

Solo pochi giorni fa era scoppiato il caso di Clauzetto. Ritrovi e feste private anche con 25-30 persone al chiuso in piena zona rossa. Uno “zoccolo duro” fatto da cittadini che si autodefiniscono negazionisti, che non vogliono portare mascherine, rispettare le norme anti-contagio e nemmeno vaccinarsi. E alla fine un maxi-focolaio che ha invaso il paese. Il caso aveva scosso la regione e macchiato la relativa tranquillità in cui vive ormai da settimane la provincia di Pordenone. Era scoppiato a Clauzetto, comune soprannominato “Balcone del Friuli” che anche ora è il più colpito dal contagio di tutto il Friuli Venezia Giulia. Il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, infatti, quando è stata chiamata ad intervenire per effettuare il tracciamento dei contagi si è trovata di fronte a una situazione paradossale. Annidata nella comunità del piccolo comune collinare c’è una “sacca” di cittadini negazionisti, persone che in sostanza rifiutano il concetto stesso di prevenzione e di difesa nei confronti del virus. «La composizione del maxi-focolaio - spiegavano infatti gli esperti del Dipartimento - è prettamente intrafamiliare. Si tratta purtroppo di persone che si dichiarano contrarie alle mascherine e anche ai vaccini e che nelle ultime settimane hanno organizzato ritrovi composti anche da 25-30 invitati».

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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