CASTELNOVO DEL FRIULI - Operazione di salvataggio nella notte di venerdì 13 febbraio portata a termine in tarda serata dal Soccorso alpino di Maniago. Un escursionista di 33 anni, Adriano Gavasso, era disperso da quasi quattro ore nei boschi della Val Cosa, al confine fra Clauzetto e Castelnovo del Friuli, in provincia di Pordenone.
I problemi per l'uomo erano iniziati quando aveva smarrito il sentiero e aveva iniziato a vagare in quota, senza trovare riferimenti che gli consentissero di scendere a valle. Aveva provato a cavarsela da solo fino al calar del sole. Attorno alle 18 é riuscito a raggiungere coperta dal segnale del telefono cellulare che gli ha permesso di chiamare il 118 che ha allertato il Soccorso alpino, visto che l'escursionista aveva fatto sapere di essere in buone condizioni
La prima ad arrivare sul posto è stata l'unità cinofila con il cane molecolare (unico esemplare addestrato a questo scopo in regione) che ha provato per molte ore a inseguire qualche traccia del disperso. Un'impresa ardua poiché non c'erano residui olfattivi. Nel frattempo sono arrivati i carabinieri di Castelnovo. Una dozzina di uomini del Soccorso alpino di Maniago hanno allestito il campo base e si sono divisi in più gruppi di ricerca.
Verso le 21 è arrivato anche il nucleo Saf dei vigili del fuoco, giunti con un potente mezzo dotato di fotoelettrica per facilitare l'avvistamento del disperso: dalla zona del poligono del monte Cjaurlec, i pompieri hanno illuminato le zone circostanti, raccogliendo le indicazioni sulla provenienza della luce fornite dall’escursionista al telefono.
Contemporaneamente la Prefettura ha autorizzatato la localizzazione del segnale dello smartphone, circostanza che ha permesso di ottenere le coordinate dello scomparso. Attorno alle 22.30 l’epilogo: i soccorritori, che già da mezz'ora erano anche in contatto «voce» col disperso, hanno raggiunto l'uomo e lo hanno «scortato» a valle.
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 12:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA I problemi per l'uomo erano iniziati quando aveva smarrito il sentiero e aveva iniziato a vagare in quota, senza trovare riferimenti che gli consentissero di scendere a valle. Aveva provato a cavarsela da solo fino al calar del sole. Attorno alle 18 é riuscito a raggiungere coperta dal segnale del telefono cellulare che gli ha permesso di chiamare il 118 che ha allertato il Soccorso alpino, visto che l'escursionista aveva fatto sapere di essere in buone condizioni
La prima ad arrivare sul posto è stata l'unità cinofila con il cane molecolare (unico esemplare addestrato a questo scopo in regione) che ha provato per molte ore a inseguire qualche traccia del disperso. Un'impresa ardua poiché non c'erano residui olfattivi. Nel frattempo sono arrivati i carabinieri di Castelnovo. Una dozzina di uomini del Soccorso alpino di Maniago hanno allestito il campo base e si sono divisi in più gruppi di ricerca.
Verso le 21 è arrivato anche il nucleo Saf dei vigili del fuoco, giunti con un potente mezzo dotato di fotoelettrica per facilitare l'avvistamento del disperso: dalla zona del poligono del monte Cjaurlec, i pompieri hanno illuminato le zone circostanti, raccogliendo le indicazioni sulla provenienza della luce fornite dall’escursionista al telefono.
Contemporaneamente la Prefettura ha autorizzatato la localizzazione del segnale dello smartphone, circostanza che ha permesso di ottenere le coordinate dello scomparso. Attorno alle 22.30 l’epilogo: i soccorritori, che già da mezz'ora erano anche in contatto «voce» col disperso, hanno raggiunto l'uomo e lo hanno «scortato» a valle.
