PORDENONE - «E speriamo che adesso non mi facciano anche pagare l'Imu!». Scherza così Guido Coassin, artigiano in pensione di 86 anni, e in effetti il rischio un po’ c'è. Perché quel campanile di San Marco alto più di sette metri nel mezzo del suo cortile, quelle riproduzioni in scala della loggia del Municipio e della Santissima chiusi in teche sotto il porticato non hanno nulla da invidiare agli originali.
Fatti con decine, centinaia di migliaia di mattoncini pazientemente intagliati, li ricalcano nei minimi dettagli. Compresi, per la Santissima, i segni lasciati sui muri dalle alluvioni. E per realizzarli gli è bastato andare di persona, tante e tante volte, a osservarli, a contare le mattonelle, a prendere nota di tutto.
Qualcuno, addirittura, fece una maxi offerta per acquistarla: 300mila euro. «Ma io non la vendo neanche per un milione», assicura l'autore. E così, mentre spuntano le ipotesi più diverse su una possibile collocazione che le valorizzi, le tre opere restano lì, in fondo a una via periferica che corre lungo la ferrovia.