Conti svuotati, poi il crac da tre milioni di euro: amministratori condannati

Mercoledì 6 Dicembre 2023
La Ceaf

FONTANAFREDDA (PORDENONE) - Una provvisionale di un milione di euro è stata disposta dal Tribunale alla curatela del fallimento Ceaf Srl, la società di Fontanafredda svuotata autofinanziando altre società riferibili ai vari amministratori che si sono succediti tra il 2015 e il 2018, quando l'azienda è fallita. Ieri, 5 dicembre, il collegio presieduto dal giudice Alberto Rossi (a latere Piera Binotto e Francesca Ballore) ha condannato il vicentino Franco Maistrello, 72 anni, e il 64enne Giorgio Manuzzato, residente a Lonigo, per varie ipotesi di bancarotta semplice, distrattiva e preferenziale, oltre che per l'emissione di fatture false. Maistrello, nella veste di amministratore di diritto da maggio 2015 a febbraio 2017, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

A Manuzzato, amministratore di fatto da marzo 2015 a dicembre 2016, sono stati inflitti 4 anni e 6 mesi (si aggiungono le pene interdittive). I 375mila euro già sottoposti a sequestro preventivo sono stati confiscati. Il curatore fallimentare Michele Da Ros si era costituito parte civile con gli avvocati Michela Brusadin e Pier Luigi Furlan, che hanno ottenuto una provvisionale pari a un milione di euro. La parte restante sarà definita in sede civile. È stata anche disposta la pubblicazione della sentenza sul sito del ministero della Giustizia.

IL CRAC
Era stato il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Pordenone a indagare nei conti della società di via Casut, fallita con un buco di 3 milioni di euro, a cui vanno aggiunti una serie di pagamenti preferenziali, distrazioni per 1,9 milioni, un'evasione di imposte per oltre 800mila euro, somma per la quale era stato disposto un sequestro preventivo per equivalente. A segnalare le operazioni sospette era stato il curatore fallimentare Da Ros, che una volta designato dal Tribunale aveva trovato una situazione contabile anomala e una girandola di fatture che non trovava giustificazione. Le indagini avevano poi accertato che le distrazioni erano state fatte attraverso società venete, alcune delle quali poi trasferite a Fontanafredda. Lo stesso era avvenuto per le fatture emesse per operazioni inesistenti. Maistrello era anche amministratore della Old Center Srl, a cui finirono risorse finanziarie e immobili per 1,6 milioni. Manuzzato era invece a capo di altre società che beneficiarono a più riprese di somme tra i 5mila e i 59mila euro.

LE FATTURE
Diverse le fatture per operazioni inesistenti, finalizzate all'evasione dell'Iva, come quella da 1,4 milioni tra Ceaf e I House Srl di Altavilla Vicentina per una cessione di terreni a Bassano del Grappa in realtà mai avvenuta. Altre fatture riguardavano interventi di manutenzione nella stabilimento di Fontanafredda, lavori mai eseguiti. Le difese di Maistrello e Manuzzato - gli avvocati Marco Antono Dal Ben e Andrea Rosa - avevano tentato anche la via del patteggiamento, ma il pm aveva respinto l'istanza, come peraltro aveva fatto per Giuseppe D'Urso, 61 anni, messinese, colpito nel 2019 da un'interdittiva antimafia del prefetto di Verona perché ritenuto dagli inquirenti vicino al clan dei Casalesi. Attualmente è detenuto. La sua posizione, rispetto ai coimputati, era stata stralciata.
 

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