Alpi Aviation: fuori i soci cinesi. Per il nuovo assetto definitivo serve il via libera del governo

Un anno fa l'uscita dal Cda delle due società di Pechino. Le loro quote (75 per cento) acquisite da Moreno Stinat

Mercoledì 19 Luglio 2023 di C.A.
Alpi Aviation: fuori i soci cinesi. Per il nuovo assetto definitivo serve il via libera del governo

PORDENONE - Un anno fa l'uscita di scena della compagine cinese dal Consiglio di amministrazione di Alpi Aviation Srl, la società di San Quirino che progetta e produce ultraleggeri e droni militari ad alta tecnologia. Ora l'attesa del via libera da parte di palazzo Chigi per la vendita delle quote appartenute alla Mars (HK) Information Technology, la società di Hong Kong che controllava l'azienda friulana dopo l'acquisizione nel 2018 del 75% delle quote (2,1 milioni di euro, con una valutazione 90 volte maggiore secondo la Guardia di finanza). Un'acquisizione avvenuta senza informare la presidenza del Consiglio dei ministri, come previsto in caso di asset strategici, e che ha comportato per Alpi Aviation l'apertura della procedura relativa alla normativa del Golden Power.

Da parte del Governo non è stata emessa alcuna sanzione, il procedimento è stato archiviato, ma ha comportato l'uscita di scena della società cinese a sua volta riconducibile a China Corporate United Investment Holding (Ccui) e Crrc Capital Holding, entrambe controllate dalla Commissione per la supervisione e l'amministrazione dei beni di proprietà statali del Consiglio di Stato della Cina.


Nuovi assetti

Dal 23 maggio 2022 il presidente del Cda è uno dei soci fondatori: il sacilese Moreno Stinat, che ha sostituito il cinese Wei Jianhua. Massimo Tammaro è l'amministratore delegato e l'imprenditore Corrado Rusalen è l'unico consigliere rimasto (non ci sono più i cinesi Qi Rong, Li Xia e Su Bin). Lo scorso 26 giugno si registra un nuovo passaggio. La Mars (HK) ha trasferito a Stinat, che deteneva il 16,5% (463mila euro), le sue quote (Rusalen ha l'8,5%). L'imprenditore sacilese, dunque, adesso detiene il 91,5%. È una fetta a cui è interessata una holding di partecipazioni industriali lombarda, la RedFish LongTerm Capital. L'operazione è già chiusa, ma essendo la società di San Quirino sottoposta alla procedura di Golden Power, per concludere è necessario avere il placet della presidenza del Consiglio dei ministri. I tempi stringono. Alpi Aviation, infatti, è in attesa di una commessa importante da parte di Leonardo e ha tutto l'interesse a definire l'accordo. Vi è inoltre una scadenza da rispettare, che porta la data del 19 settembre.

Le opzioni

L'operazione non lascia i cinesi ai margini. Stinat ha infatti concesso in pegno a Mars (HK) la stessa quota acquisita, si tratta di una sorta garanzia nei confronti dei cinesi in caso di inadempienza. Nei giorni scorsi - come riportava ieri la rivista online formiche.net dopo aver esaminato gli atti notarili - sono state pubblicate su InfoCamere le variazioni relative ai documenti firmati lo scorso 26 giugno in uno studio notarile di Milano, nei quali emerge l'interessamento di RedFish LongTerm Capital Spa, fondata nel 2020 da Paolo Pescetto e Andrea Rossotti insieme alle famiglie Bazoli e Gitti. Da parte della holding un'offerta vincolante era stata presentata lo scorso 3 marzo per l'acquisto delle quote "cinesi" e di quelle Stinat. Si tratta di un'offerta condizionata alla conferma, da parte del ministero della Difesa e di Leonardo Spa, di un interesse all'acquisto dei droni militari (lo Strix prodotto dall'azienda di San Quirino è già stato utilizzato dall'Esercito italiano in Afghanistan). Una settimana dopo l'offerta è stata accettata da entrambe le parti. Il termine per la vendita è però scaduto, così Stinat ha dato la disponibilità ad acquisire le quote di Mars (HK) per poi rivenderle assieme al suo 16,5 per cento. A questo punto si potrebbero prospettare diverse soluzioni: RedFish potrebbe acquisire le quote per 3 milioni di euro (750mila a prezzo di garanzia e un prezzo variabile legato ai contratti per i droni fino al un massimo di 3,7 milioni); proporre termini diversi che presupporrebbero il consenso della società di Hong Kong; le quote potrebbero essere vendute a un soggetto legato a RedFish; infine, se l'operazione non sarà conclusa entro 24 mesi (e non oltre 36) il prezzo dovrà essere stabilito in buona fede dalle parti o determinato da una perizia.

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