Processo al guru della finanza Vazzoler: è tutto da rifare

Mercoledì 3 Novembre 2021
Processo al guru della finanza Vazzoler: il processo è tutto da rifare
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PADOVA - I giudici della Corte d'Appello di Venezia, ieri all'ora di pranzo, hanno annullato la sentenza di primo grado ai danni dell'ex dentista di San Donà di Piave e guru della finanza, Alberto Vazzoler di 60 anni residente a Jesolo. A Padova, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, Vazzoler era stato condannato a undici anni e otto mesi di reclusione. Ma adesso è tutto da rifare.

Si parte di nuovo dal primo grado che dovrà essere celebrato a Milano luogo dove si sarebbero consumati i reati contestati.

Il tutto ruota attorno a ventinove bonifici effettuati da Vazzoler verso località estere, dove si sarebbe effettivamente consumato il reato di riciclaggio. La difesa del finanziere, affidata agli avvocati Renzo Fogliata e Maria Grazia Stocco, ha ottenuto la sua vittoria nell'indicare a Milano la sede territorialmente competente, in quanto da un ufficio postale della città lombarda sarebbe partito l'ultimo dei 29 bonifici contestati. Proprio a Milano, per decisione del Gip del tribunale di Venezia, sono già finiti i fascicoli processuali relativi a Elena Manganelli Di Rienzo e Silvia Moro, rispettivamente socia in affari e fidanzata di Vazzoler, accusate di concorso nel reato associativo di riciclaggio transnazionale. La decisione dei giudici lagunari, di annullare la sentenza di primo grado, dà una buona possibilità all'ex dentista di guadagnare una clamorosa prescrizione. Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dal sostituto procuratore Roberto D'Angelo, il finanziere sarebbe stato al comando di una banda specializzata nel ripulire il denaro provento di evasione fiscale, e in grado di riciclare la bellezza di 118 milioni di euro tra Svizzera, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia e Dubai, in un arco di tempo compreso tra il 2015 e i primi mesi del 2018. Vazzoler avrebbe dunque offerto ai suoi clienti (moltissimi imprenditori provenienti da tutta Italia) l'opportunità di ottenere in contanti le somme depositate, al netto della provvigione che oscillava tra il 5% e il 10% del capitale.
M.A.

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