Vaccinato un padovano su due entro la fine del mese di giugno

Venerdì 28 Maggio 2021 di Camilla Bovo Gabriele Pipia
Il piano vaccinale procede a ritmo spedito nel territorio di competenza dell'Ulss 6 Euganea

PADOVA - Da domenica 27 dicembre a giovedì 27 maggio. Sono passati esattamente cinque mesi ed è cambiato il mondo. Dallo storico “Vax-day” di fine anno ad una macchina che oggi viaggia quotidianamente sopra la soglia dei seimila vaccini al giorno.

I numeri dell’Ulss Euganea, forniti l’altro ieri ai sindaci della Bassa Padovana, offrono un interessante spaccato della situazione e danno una certezza: tra un mese sarà vaccinato (almeno con la prima dose) un padovano su due. Oggi infatti i cittadini dell’Ulss Euganea già accolti per la somministrazione del siero sono 300 mila e da qui al 23 giugno si contano altri 120 mila prenotati. Complessivamente i residenti dell’intera provincia coinvolti nella campagna vaccinale, quindi dai 16 anni in su, sono 800 mila. Ecco perché siamo quasi a metà strada. 


LE PERCENTUALI

Nell'analisi dei dati relativi ad ogni decade si evidenzia che quella con la maggior adesione è la fascia degli over 80: siamo arrivati ad oltre il 98% anche grazie allo sforzo “casa per casa” dei medici di famiglia. Per i settantenni siamo all’85%, per i sessantenni al 74%. Si scende, naturalmente, mano a mano che si abbassa l’età visto che le vaccinazioni sono ancora in corso. Per i cinquantenni sfioriamo il 30% e per i quarantenni siamo appena al 15%, ma attenzione: l’apertura delle finestre delle prenotazioni ha visto un vero assalto al portale della Regione e quindi è facile presagire numeri molto alti anche per queste due fasce. Appena in Veneto arriveranno nuovi vaccini potrà scattare anche la corsa dei più giovani: sono attese novità nei prossimi giorni 


LA RIORGANIZZAZIONE

Ieri sono stati registrati 42 nuovi contagi e un decesso. Intanto continua l’attività del Comitato dei sindaci del distretto Padova Sud per risolvere il nodo dei servizi sanitari della Bassa Padovana gravemente compromessi dalla pandemia covid. Mercoledì il comitato ha incontrato il direttore dei servizi socio sanitari dell’Ulss 6 Maria Chiara Corti e il direttore sanitario Aldo Mariotto per fare il punto della situazione. Alcuni punti emersi durante la discussione hanno soddisfatto i sindaci, come la rassicurazione ricevuta sulla non previsione di chiusura dell’Hospice di Montagnana e l’intervento dell’Ulss che ha comportato la diminuzione dei tempi di attesa e contemporaneamente l’aumento degli accessi ai punti prelievi del territorio.


Tutti attendono poi la riapertura totale del pronto soccorso di Schiavonia ma serve la riduzione a 4 posti letto di terapia intensiva covid (oggi sono 7). È invece stata soddisfatta la prima condizione, ovvero la riattivazione di 150 posti letto, ripartiti a metà fra l’area medica e quella chirurgica. «L’Ulss ha comunicato che stanno attivando una ricognizione per il recupero degli interventi chirurgici e delle terapie ambulatoriali e che i tempi previsti per portare a compimento tale azione sono stimati in circa 5 mesi e mezzo. – spiega la presidente del comitato Giorgia Bedin, sindaco di Monselice - Anche su questo punto abbiamo sottolineato l’importanza di accelerare i tempi quanto più possibile, poiché la struttura ospedaliera è punto di riferimento per un territorio molto vasto dove vivono circa 180 mila abitanti che, da ormai un anno, devono spostarsi in altre strutture».

 

Ultimo aggiornamento: 07:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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