Terapia del diabete, ecco la rivoluzione. Padova prima in Veneto a trapiantare cellule del pancreas

Queste cellule producono insulina e quindi andrebbero a regolare naturalmente i livelli di glucosio nel sangue

Venerdì 9 Giugno 2023 di Nicoletta Cozza
I medici che si stanno occupando dello sviluppo della nuova terapia

PADOVA - Entro la fine dell'anno verrà effettuato il primo intervento su uno dei 10 pazienti idonei, selezionati su un gruppo di 129. E nel 2024 toccherà agli altri 13 in lista d'attesa e a quelli che nel frattempo si aggiungeranno, di età compresa tra i 18 e i 79 anni, con una media di 41. L'Azienda Ospedale di Padova, infatti, si accinge a diventare il secondo centro italiano pubblico assieme al Niguarda di Milano per la terapia cellulare del diabete, in quanto a maggio sono state eseguite con successo le prime processazioni di pancreas da donatore deceduto per isolare le insule da trapiantare, le quali, producendo insulina, regolano i livelli di glucosio nel sangue. Il primo passo per raggiungere il traguardo è l'accreditamento, in arrivo a breve, in quanto è in dirittura la procedura avviata con il Centro Nazionale Trapianti. Nel frattempo la Facility del Centro Regionale Terapia Cellulare del Diabete, di cui è responsabile la professore Lucrezia Furian, ha incassato un plauso dagli specialisti arrivati da Chicago che dei recente sono venuti a Padova per confrontarsi su questa complessa procedura, la quale, una volta a regime, ridurrà il numero dei trapianti pancreas, molto più complessi e rischiosi di quelli appunto limitati alle insule che, contrariamente ai primi, possono anche essere ripetuti più volte. Una rivoluzione, quindi, nella terapia del diabete, come hanno evidenziato ieri all'ospedale di Padova, la stessa Furian, il dg Giuseppe Dal Ben, Paolo Rigotti direttore dell'UOC Chirurgia dei Trapianti di Rene e Pancreas, e Gian Paolo Fadini dell'UOC Malattie del Metabolismo.

La rivoluzione nella terapia del diabete

Nel Veneto sono 330mila i pazienti affetti da diabete di tipo 1 o 2, dei quali 20 mila colpiti in età infantile/giovanile, e 1.700 bambini, numeri che fanno comprendere l'importanza del trapianto di insule, che implica il coinvolgimento di un team multidisciplinare composto da diabetologi, chirurghi, pediatri, radiologi interventisti ed esperti di malattie vascolari epatiche. «Per il trattamento del diabete insulino-dipendente - ha ricordato Rigotti - abbiamo 3 possibilità: l'insulina stessa, con infusori e sensori; il trapianto di organo in toto, e il nostro è uno dei centri con la maggiore attività, e la terza, appunto quella di trapianto insule, che qui mancava. Per ogni paziente va scelta la terapia più indicata e comunque quest'ultima opzione è quella che garantisce i maggiori vantaggi, tra cui quello che in prospettiva potrebbe non richiedere più le cure immunosoppressive».
«Per la prima volta nel Veneto - ha ricordato Lucrezia Furian - sono state isolate le insule pancreatiche di cui potranno giovarsi i pazienti con diabete di tipo 1, malattia autoimmune, in cui la parte del pancreas che produce insulina viene distrutta. Alla fine utilizziamo meno del 5% delle cellule dell'organo: ne ha circa 1 milione, dopo le procedure ne restano alcune centinaia di migliaia e ne servono 5 mila per ogni chilo del peso del malato a cui sono destinate. Il pancreas viene screenato, decontaminato e il processo di manufactoring è ben lontano dall'essere automatizzato, ma sono necessarie 5/6 persone che lavorano per 8 ore. Alla fine il materiale preparato viene iniettato dai radiologi con un'iniezione percutanea a livello del fegato». E sugli aspetti clinici Fadini ha aggiunto: «Possiamo offrire ai malati con diabete di tipo 1 la possibilità di sostituire la funzione persa. E il trapianto di insule può portare addirittura all'insulino-indipendenza.

E se le insule dovessero fallire il trattamento può essere ripetuto. I pazienti a cui è destinata questa opzione sono rari perché è riservata a coloro che sviluppano una malattia grave instabile, che va incontro a complicanze croniche anche con le migliori terapie». 

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