Senza vaccino o in quarantena: boom di atleti costretti allo stop

Giovedì 20 Gennaio 2022 di Gabriele Pipia
Senza vaccino o in quarantena: boom di atleti costretti allo stop

PADOVA Corrono, si fermano, ripartono e poi si fermano ancora. Da un mese i giovani atleti padovani dribblano ostacoli di ogni genere con un unico obiettivo: portare a termine la stagione. No, non stiamo parlando degli esercizi di allenamento. Gli ostacoli più grandi da superare sono quelli provocati dal Covid: quarantene forzate, obbligo di Green pass e visite mediche successive al contagio. Una situazione che sta mettendo in grande sofferenza un sistema che conta nel complesso 93 mila tesserati distribuiti in 2.300 società. 
«Gli iscritti sono calati del 15% in due anni - evidenzia il presidente del Coni Veneto, Dino Ponchio - Ora i numeri più drammatici riguardano la fascia 12-14 anni: qui il calo arriva addirittura al 25%. Lo sport sta implodendo e le discipline più penalizzate sono quelle di squadra». 

LE QUARANTENE
Il primo problema riguarda le quarantene. L’impennata di contagi registrata tra dicembre e gennaio si è fatta sentire nelle classi scolastiche ma ovviamente coinvolge ogni altro ambito della vita quotidiana a partire dallo sport. I numeri dell’Ulss Euganea parlano di quasi 500 classi con almeno un positivo. Se consideriamo che più del 60% degli alunni pratica sport, capiamo in fretta come il tema delle quarantene sia enorme anche nelle varie squadre. 
Quella di oggi è una giornata decisiva per il mondo del calcio dilettante, sia per gli adulti che per i ragazzi. Attualmente i campionati sono fermi proprio a causa dell’incremento dei contagi e dovrebbero ripartire nel weekend del 29-30 gennaio, ma questa mattina la Figc potrebbe ufficializzare la decisione di slittare con la ripartenza di alcune settimane, fino a metà febbraio

LE VISITE
Per gli atleti risultati positivi servirà in ogni caso una nuova visita medica per l’idoneità agonistica.

Mentre gli sportivi professionisti possono eseguire la visita immediatamente dopo la guarigione dal Covid, i dilettanti devono invece attendere 7 giorni e i giorni diventano 14 se parliamo di over 40. Attenzione, però: nel caso in cui gli atleti siano stati colpiti dal virus con sintomi importanti e complicanze, per effettuare la visita bisogna attendere un mese. Il regolamento porta con sé due grandi nodi: i costi (si va dai 40 ai 100 euro spesso a carico delle famiglie) e le liste d’attesa: molti centri clinici sono intasati. 

IL SUPER GREEN PASS
L’ultimo ostacolo riguarda il Super green pass (vaccino o certificato di guarigione), ora obbligatorio per gli atleti di ogni disciplina dai 12 anni in su. Il tema riguarda soprattutto i ragazzini: le tabelle dell’Ulss dicono che in tutta la provincia di Padova si contano 10 mila ragazzini non vaccinati tra i 12 e i 19 anni, corrispondenti al 14% del totale. Si stima che nelle società sportive la media di ragazzini non immunizzati stia sotto il 10%, ma parliamo comunque di migliaia di giovani che in questo momento non possono allenarsi e giocare. 

LA FEDERAZIONE
Prendiamo in esame lo sport più popolare, il calcio. Il presidente Giampietro Piccoli guida una federazione che conta 190 società e il suo telefono in questi giorni è più bollente che mai. Lo chiamano i dirigenti di squadre azzoppate da decreti e quarantene. «Viviamo alla giornata e speriamo che passi il prima possibile questa quarta ondata - racconta Piccoli - Siamo preoccupati perché la ripartenza sarà molto difficile. Soprattutto quello delle viste mediche è un problema enorme, visto che le liste d’attesa sono molto lunghe». 

LE SOCIETÁ
Le difficoltà sono quindi molteplici e le principali riguardano le quarantene. Lo testimonia la situazione dell’Ospedaletto: sei calciatori positivi nella prima squadra e cinque nella juniores, enormi difficoltà a portare avanti gli impegni. Ma sono molte le società con questi numeri di positivi. 
Un altro caso eclatante è quello della Polisportiva Redentore di Este, che nei mesi scorsi ha deciso di ritirare le formazioni degli esordienti e dei giovanissimi per carenza di iscrizioni. «Abbiamo perso complessivamente una quindicina di ragazzi in due squadre e la colpa è principalmente della paura del virus - ammette la presidente Lucia Vernaleone - Avevamo già iscritto le squadre ai campionati ma non c’è stato nulla da fare. Ora abbiamo messo su un gruppo unico per fare almeno degli allenamenti». 
A Monselice, gloriosa società che oggi milita in Promozione, la dirigenza ha deciso di investire mille euro al mese per fare i tamponi a tutti ad ogni allenamento. «Lo facciamo dal 3 gennaio, prima di entrare in spogliatoio. Tre euro a tampone e almeno ci sentiamo sicuri - sottolinea il dg Mattia Mazzon - Così abbiamo evitato focolai e oggi abbiamo zero positivi». Il problema, per il Monselice, riguarda l’obbligo di super green pass: «Nella squadra Esordienti su 16 ragazzi 5 devono stare fermi. Arriviamo a pelo a 11, ma teniamo botta». 

A CASA
Anche dalla quarantena dentro casa, però, si può continuare ad allenarsi. Lo insegna mister Massimiliano Sambugaro («cinquant’anni di cui 45 passati in campo»), maestro di tecnica, allenatore dell’under 15 del Cittadella e personaggio molto noto su Facebook con i suoi video in grado di attrarre 200 mila seguaci. «L’allenamento individuale è comunque importante - ricorda - Basta un pallone per migliorare equilibrio, coordinazione, elasticità della caviglia. So bene che per un ragazzo allenarsi senza avere una partita da giocare non è psicologicamente facile, ma anche a casa si può fare comunque molto». Sì, mille ostacoli possono essere superati, quando la passione è più forte di tutto.
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Ultimo aggiornamento: 18:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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