Veggiano. Impiegate obbligate a non indossare l'intimo e spiate in bagno: imprenditore patteggia

Altri lavoratori venivano umiliati e offesi: «dovrei aprirti il cervello e c... dentro», «sei una disperata, una deficiente»

Mercoledì 13 Marzo 2024 di Nicola Munaro
Dipendenti spiate

VEGGIANO (PADOVA) - Tra le altre cose che la procura gli contesta e che ieri gli sono costati la ceralacca su un patteggiamento a 3 anni e mezzo di reclusione - a cui aggiungere un altro anno di misura di sicurezza a conclusione della pena - Ibrahim Fadi, 45 anni, con una telecamera nascosta riprendeva le sue dipendenti nelle parti intime. Le stesse dipendenti che alcune volte aveva costretto a indossare capi di abbigliamento prodotti dalla sua azienda - la Seriplanet di Veggiano - senza reggiseno e slip perché così, diceva Fadi, poteva apprezzare meglio la vestibilità di quei capi. Poi, il terrore. Quello che, a suon di minacce e offese, aveva instaurato tra gli uffici e la produzione della sua Seriplanet e che è diventato colonna spinale dell’inchiesta condotta dalla pm Maria D’Arpa. Il fascicolo è arrivato al capolinea giudiziario ieri mattina quando davanti alla giudice dell’udienza preliminare Domenica Gambardella, Fadi ha confermato il suo accordo con la procura, versando anche 84mila euro nei conti correnti di alcune delle sue vittime. Nella sua idea, una sorta di risarcimento.

Le offese e le umiliazioni: «Vali come una banconota da 50 euro strappata a metà»

Gli episodi contestati all'uomo d'affari di origine siriana, a capo di un’azienda specializzata in stampe digitali e serigrafie per i marchi di moda, abbracciano un arco di tempo dal 2019 al dicembre del 2022. Stalking nei confronti di undici lavoratori, offesi ed umiliati con frasi come «dovrei aprirti il cervello e c... dentro», «sei una disperata, una deficiente», «non riuscirai in alcun lavoro al di fuori dell'azienda nemmeno facendo la p...» e «vali come una banconota da 50 euro strappata a metà». Alcuni di loro erano anche stati costretti a licenziarsi e intraprendere percorsi psicoterapeutici per superare i traumi psicologici.

Non solo le offese: per punire alcuni di loro li costringeva a rimanere in piedi immobili davanti ai colleghi per ore. Gli lanciava contro oggetti e per umiliarli li costringeva a pulire alcuni locali fatti appositamente sporcare. Non solo, li obbligava a trattenersi a lungo dopo l'orario di lavoro soprattutto i venerdì e i sabato. E poi li faceva anche pedinare al di fuori dallo stabilimento della Seriplanet per conoscere le loro abitudini e le loro frequentazioni.

Impiegate costrette a non indossare l'intimo

Nel mirino Fadi aveva messo anche le donne impiegate nella sua azienda: tre di loro sono state costrette a indossare vestiti senza intimo, ma in realtà lui le riprendeva con il telefono. Altre cinque sono state spiate nell'area spogliatoi e nel bagno alla turca, l'unico disponibile nello stabilimento di via Fermi, nel quale aveva fatto installare una telecamera nascosta. La mossa alle indagini l’hanno data alcune impiegate che si sono decise a denunciare. I carabinieri hanno raccolto il racconto delle vittime e perquisito l’azienda trovando, come indicato dalle lavoratrici, la microtelecamera nascosta installata nel bagno. Sotto sequestro anche il cellulare e il pc di Fadi.

Ultimo aggiornamento: 18:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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