Retta casa alloggio: la tariffa aumenta e nessuno avvisa il paziente. Poi arrivano gli arretrati da pagare

Sabato 26 Febbraio 2022 di Luca Marin
Retta casa alloggio: la tariffa aumenta e nessuno avvisa il paziente - Foto di martaposemuckel da Pixabay
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MASSANZAGO (PADOVA) - Una stangata da 20mila euro per aver soggiornato in una casa alloggio per farsi assistere e seguire un percorso di riabilitazione, avendo però sempre pagato la retta pattuita al suo ingresso in struttura. A esserne colpito è stato un 52enne, disabile psichico, e la causa potrebbe essere un paradossale errore di comunicazione sull'aumento della retta mensile.


La retta aumenta: arrivano gli arretrati da pagare

Dopo l'intervento dell'organizzazione non profit Adico il salasso è stato contenuto, ma la vicenda ha gettato nel panico la famiglia dell'uomo. Il 52enne padovano era stato ospitato nella casa alloggio Mano Chiara di via Roma a Massanzago. La spiacevole storia ruota attorno a una retta che è impennata in modo vertiginoso da un anno all'altro, per decisione della Giunta regionale del Veneto. L'uomo, ricoverato in quella struttura dal 2017 per affrontare un ciclo riabilitativo, nel corso del 2020 ha ricevuto una lettera che gli intimava l'esborso di 20mila euro, corrispondenti agli arretrati della retta riferiti agli anni 2019 e allo stesso 2020. Quando, nel 2017, era entrato nella casa alloggio per farsi assistere, pagava 270 euro mensili come compartecipazione alla retta. Nel 2018 la Regione ha alzato l'importo a carico degli ospiti e l' uomo  avrebbe dovuto corrispondere, per l'anno successivo, più di 940 euro mensili. Nel 2019, poi, un altro intervento di Palazzo Balbi ha fatto lievitare la quota di compartecipazione per il 52enne padovano a 1.420 euro mensili. Il problema, però, è che la novità degli aumenti è emersa solo dopo due anni, quando l'Ulss ha inviato al fratello del paziente la richiesta di arretrati per una somma che, come detto, si aggira attorno ai 20mila euro: 8.085 euro per il 2019 e 10.952 euro per il 2020.


Famiglia in difficoltà

La richiesta, dopo l'intervento di Adico sollecitata dal fratello del 52enne che è socio dell'associazione, si è abbassata di molto arrivando a 8mila euro, ma resta in piedi la contestazione, anche considerando che i due fratelli, ora tornati a vivere insieme, possono contare su due redditi che se sommati non raggiungono neanche la quota di 1.500 euro mensili. «Il nostro socio sottolinea Carlo Garofolini, presidente Adico ci riferisce di non aver ricevuto mai alcuna comunicazione in merito agli aumenti della retta, se non a fine 2020. È probabile che i responsabili della struttura abbiano comunicato le nuove rette al proprio ospite e non al fratello, cosa non opportuna vista la disabilità psichica di cui soffre l'uomo ricoverato alla Mano Chiara.

In ogni caso, ci si chiede come mai nessuno abbia detto nulla per i tanti mesi durante i quali l'uomo continuava a versare i soldi corrispondenti alla compartecipazione iniziale, ovvero 270 euro. Si sono attesi due anni prima di intervenire e così si è accumulato un arretrato pazzesco. Noi puntiamo alla cancellazione del debito, in alternativa chiederemo un'ulteriore riduzione della somma richiesta e un'ampia rateizzazione, che permetta ai due fratelli di pagare senza svenarsi».  I responsabili del consorzio Arcobaleno, di cui fa parte la casa alloggio di Massanzago, per il momento hanno ritenuto di non intervenire nel merito della vicenda.

Ultimo aggiornamento: 27 Febbraio, 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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