Plateatici ristretti per valorizzare i monumenti: danno da 1 milione di euro per gli esercenti

Martedì 20 Giugno 2023 di Mauro Giacon
Piazza dei Signori

PADOVA - È l’anno della riscossa. Tutti gli indicatori economici del turismo ci danno in rampa di lancio. Eppure i pubblici esercizi del centro storico hanno il dente avvelenato. Non possono lavorare come vorrebbero. Soprattutto quelli delle piazze. Colpa di una normativa incerta che lascia spazio all’intervento della Sovrintendenza nel limitare i plateatici, cioè i tavolini all’aperto, superando qualsiasi accordo precedente con il Comune. Così il ministero fa il suo dovere e passando per piazza dei Signori si può vedere un significativo arretramento dell’occupazione della piazza.

Da una settimana la parte centrale è molto più sgombra di un tempo quando il passaggio era diventato un sentiero. Forse troppo l’allargamento allora, forse troppo il restringimento odierno.

IL DANNO

Se poi ci aggiungiamo il corollario, ombrelloni ridotti oggi a un’unica fila - e non si sa nemmeno quanto in regola - il conto a spanne è una perdita di 300 posti a sedere nelle tre piazze (Signori, Erbe e Frutta) e circa 1 milione di euro di incassi per la stagione della dozzina di pubblici esercizi. E sale la protesta. Del disagio si fa interprete il segretario dell’Appe, Filippo Segato: «È una situazione complicata, perchè il governo ha ampliato con il decreto semplificazioni la possibilità di allargamento dei plateatici in deroga, fino al 31 dicembre. Ma un articolo del Codice dei beni culturali concede ancora il potere alle Soprintendenze di vietare l’autorizzazione. Abbiamo due pareri legali che allegheremo alla richiesta di concessione al Comune secondo i quali l’allargamento va applicato dappertutto. Qualcuno ha perso il 50 per cento della superficie». Il Comune finchè ha potuto ha cercato una difficile opera di mediazione con il Soprintendente Vincenzo Tinè (che si sa essere un duro su queste cose). Poi ha alzato bandiera bianca perchè scaduto a maggio l’accordo-ponte con la Sovrintendenza siglato tre anni prima non c’è più un’intesa che valga per tutti visto che a Roma non esiste uniformità di interpretazione su questa parte di contenuti del decreto semplificazioni. Dunque le autorizzazioni che prima si davano per concesse senza passare dalla Sovrintendenza ora invece passano tutte per gli uffici di via Aquileia che valuta caso per caso cosa dare e cosa no alla base di 300 plateatici del centro storico. Mentre la possibilità di ampliare gli spazi occupando aree verdi e stalli per la sosta delle auto, per ora sembra tenere. Se volessimo andare nel dettaglio la legge di bilancio ha sospeso fino a dicembre l’obbligo di autorizzazione paesaggistica per i plateatici, dunque il ricorso al parere delle Soprintendenze, richiamando gli articoli 21 e 146 del Codice dei Beni culturali ma non ha citato l’articolo 106 che concede alla Soprintendenza l’ultima parola per beni e situazioni di grande importanza.

IL COMMENTO

«L’impianto generale sui plateatici è quello sperimentato durante il Covid con plateatici agevolati, grazie alle modifiche regolamentari che già da tempo abbiamo adottato per valorizzare la presenza di tavolini e sedie sul suolo pubblico - dice l’assessore al Commercio Antonio Bressa - La Soprintendenza è intervenuta chiedendoci solo alcune limature nelle aree più sensibili dal punto di vista storico e culturale. I casi di riduzione e di mancata concessione sono limitati rispetto alle centinaia di autorizzazioni. È vero che la normativa nazionale ha concesso una proroga sino a fine anno, ma è anche altrettanto vero che la Soprintendenza, che dipende direttamente dal Governo, ha ancora dei poteri d’intervento che ci sono stati confermati di recente, nonostante l’avvenuta scadenza dell’accordo di collaborazione firmato il 13 maggio 2020».

Ultimo aggiornamento: 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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