Negli ospedali mancano anestesisti, pediatri, medici d'urgenza e ginecologi

Martedì 7 Maggio 2019 di Elisa Fais
Negli ospedali mancano anestesisti, pediatri, medici d'urgenza e ginecologi
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PADOVA - Sulla carta il numero di medici e di infermieri aumenta, in corsia invece si vive tutt'altra dimensione, tra carichi di lavoro pressanti e blocco del turn-over. I dati sono stati forniti ieri da Azienda Zero, l'ente che gestisce l'intera macchina sanitaria del Veneto, alla presenza del direttore generale Patrizia Simionato, e di quelli dell'Ulss 6 Euganea, Domenico Scibetta, dell'Azienda ospedaliera, Luciano Flor, e dello Iov, Giorgio Roberti.Negli ospedali del territorio mancano anestesisti, pediatri, medici d'urgenza e ginecologi. I concorsi per le assunzioni vanno deserti e per tamponare le carenze si ricorre a specializzandi, pensionati, medici di base e libero professionisti. In un quadro che vede il servizio sanitario sempre più in difficoltà, i manager della sanità padovana puntano il dito  contro una cattiva programmazione generale. Dalla distribuzione nazionale delle borse di specialità, ai vincoli del tetto di spesa per il personale.
I NUMERIDa ottobre 2018 ad oggi sono stati espletati concorsi medici per 294 posti, distribuiti tra le varie aziende sanitarie del Veneto. «I bandi per anestesia e rianimazione, medicina e chirurgia d'urgenza, pediatria e ginecologia - spiega Patrizia Simionato - presentano meno candidati rispetto ai posti offerti. La carenza di specialisti deriva da una programmazione nazionale sbagliata. Non nascondiamo difficoltà in alcuni settori, ma abbiamo altri metodi per mantenere i livelli assistenziali. Sono previsti incarichi a tempo determinato o libero professionali. L'ultima legge di stabilità inoltre permette l'impiego di medici all'ultimo anno di specialità, con possibilità di assunzione a tempo indeterminato una volta concluso il percorso formativo».
Sono in fase di indizione concorsi per altri 411 posti (tra questi, si cercano 90 medici per il pronto soccorso, 86 anestesisti, 40 ginecologi e 30 pediatri). È atteso per giugno il maxi concorso per operatori socio sanitari, i candidati sono quasi 20 mila, la graduatoria andrà a disposizione delle Ulss del Veneto e di altre regioni. Il bando per infermieri, invece, conta 6.500 candidati, quello per tecnici di laboratorio altri 1.200.
Nel 2015, tra tempi indeterminati e determinati, l'Ulss 6 Euganea contava 3.021 infermieri in servizio, 1.052 medici e 1.099 oss. Nel 2019 i dati parlano di 3.088 infermieri, 1.043 medici e 1.153 oss per una spesa di 350 milioni di euro. Tra operatori socio sanitari e infermieri in questo momento sono in atto 45 assunzioni extra turn-over e altre 55 in turnover.
«Per quanto riguarda i medici, la situazione è a macchia di leopardo - specifica Scibetta - In Euganea abbiamo 16 posti vacanti per pediatri, 6 per anestesia. Gli specialisti universitari non fanno in tempo a finire, che già hanno l'imbarazzo della scelta. Si contano sulle dita di una mano. Dopo la delibera della Regione che ha autorizzato l'assunzione dei pensionati negli ospedali, finora abbiamo ricevuto una candidatura per anestesia e rianimazione».
COSTIIn via Giustiniani si passa da 4.753 dipendenti nel 2015 a 4.819 nel 2018. Il costo del personale è passato da 208 milioni di euro, a quasi 215 milioni di euro. «Ogni anno tra medici, infermieri e amministrativi sostituiamo circa 200 persone - dichiara Flor - Impieghiamo almeno quattro mesi per portare avanti le procedure di selezione. Non sto negando delle difficoltà, ma sono convinto che questo allarmismo faccia male. Non siamo al collasso, il nostro sistema sanitario è invidiato da tutti. Bisogna invece affrontare il tema della programmazione. Ai miei tempi, con Medicina a numero aperto, si parlava di disoccupazione e di pletora medica. Siamo passati da un estremo all'altro, è evidente che servono azioni correttive».
All'Istituto oncologico veneto si passa da 477 dipendenti nel 2015, a 704 nel 2018. «La crescita significativa è dovuta all'attivazione della Radioterapia a Schiavonia nel 2018 - sottolinea Roberti - e all'ampliamento delle attività all'ospedale di Castelfranco. Inoltre sono state trasferite cinque unità operative dall'Ulss 2: anatomia patologica, anestesia, urologia, gastroenterologia e medicina nucleare. Tutto questo ha rappresentato un'importante crescita, con il conseguente incremento delle risorse umane».
Elisa Fais
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