Omicidio a Padova, l'ospitalità negata dietro le coltellate mortali. La ricostruzione della fuga

I due fratelli Ilmi e Klinton Rakipaj sono accusati di aver ucciso il 24enne Albert Deda e di aver ferito due ragazzi di 26 e 28 anni

Martedì 25 Luglio 2023 di Serena De Salvador
Le tracce di sangue in via Dorighello

PADOVA - Altri venti chilometri e avrebbero raggiunto il confine sloveno, dirigendosi nei Balcani e facendo perdere le proprie tracce. È invece finita domenica a tarda sera a 150 chilometri da Padova, a Villesse nel Goriziano, la fuga dei due fratelli Ilmi e Klinton Rakipaj (24 e 19 anni), accusati dell'omicidio del 24enne Albert Deda e del tentato omicidio di altri due ragazzi di 26 e 28 anni. La brutale aggressione a colpi di coltello si è consumata alle 14 di domenica in via Dorighello nel quartiere popolare di Forcellini, alle porte di Padova, e ha visto il giovane albanese Deda trafitto da una pugnalata fatale al torace e gli altri due connazionali ricoverati per una moltitudine di fendenti al collo, al busto, alla schiena.

Il movente

Quello che al momento per gli investigatori ha i contorni di un regolamento di conti per questioni personali è maturato nell'androne del condominio in cui risiedevano Deda e i due Rakipaj. La vittima e i due connazionali abitavano nello stesso appartamento del quarto piano, anche se da più di un anno Albert Deda in quella casa si faceva vedere solo saltuariamente. Vi si alternavano invece degli altri ragazzi, tutti albanesi arrivati in Italia chi da qualche anno e chi solo da qualche mese. Deda e Ilmi Rakipaj invece vi si erano stabiliti da fine 2018, con regolare affitto. Più di recente si era aggiunto anche il fratello minore di Ilmi, arrivato da poco dall'Albania. Le loro erano vite apparentemente normali, senza mai problemi con la giustizia, senza screzi condominiali. Il sospetto degli inquirenti è che il movente del delitto vada ricercato proprio in quell'andirivieni nell'appartamento, che potrebbe aver creato problemi di convivenza o di denaro, poiché Deda e i Rakipaj si conoscevano bene e da tempo.

Al momento si esclude che l'aggressione sia legata a questioni di criminalità organizzata (i coinvolti erano tutti incensurati) come pure non è stata trovata prova che colleghi a traffici illeciti o presenza di giri di droga.

La ricostruzione

Domenica Deda avrebbe raggiunto la casa di via Dorighello con un amico (poi rimasto ferito) e un connazionale arrivato in Italia solo sabato. Quest'ultimo avrebbe avuto bisogno di ospitalità e si ritene che il Deda lo avesse portato lì per farlo alloggiare in casa sua. Questa nuova presenza potrebbe aver scatenato la lite poi degenerata in omicidio. I tre sarebbero saliti al quarto piano avendo un'iniziale discussione con i Rakipaj, poi sarebbero scesi e il nuovo arrivato si sarebbe allontanato, sostituito da un altro ragazzo giunto a dare man forte a Deda. Quando però il terzetto ha messo di nuovo piede nell'androne ha trovato ad attenderli i fratelli Rakipaj armati di coltello e si è scatenata la furia omicida che ha visto il 24enne finire morto sul marciapiede e gli altri due amici trasportati d'urgenza in ospedale.

L'inseguimento

Ilmi e Klinton Rakipaj, hanno ricostruito i carabinieri titolari delle indagini coordinate dal pubblico ministero Roberto Piccione sono poi risaliti in casa, hanno preparato in fretta un paio di borsoni e sono stati visti fuggire sulla Renault Clio rossa del maggiore. E proprio l'auto è stata fondamentale per poi arrestarli. Il veicolo è stato immortalato da varie telecamere presenti nel quartiere ed è stato visto dirigersi verso l'imbocco dell'autostrada a Padova Est. Il Nucleo investigativo del Reparto operativo dei carabinieri ha diramato l'avviso di ricerca su tutto il territorio nazionale e, a sera ormai inoltrata, l'utilitaria è stata intercettata lungo la A4: al casello di Villesse gli agenti della polizia stradale di Gorizia hanno bloccato i due fratelli. Durante la fuga si sono liberati dei coltelli, che si ritiene siano stati due e non sono ancora stati rinvenuti. Ma i Rakipaj hanno abbandonato, probabilmente gettandoli dai finestrini, anche i vestiti. Il tutto non prima di aver fatto una sosta in un noto outlet lungo l'autostrada per comprare degli indumenti puliti. I due giovani sono ora entrambi accusati di omicidio e tentato omicidio aggravati dai futili motivi e si trovano in carcere a Gorizia, dove sosterranno l'interrogatorio di garanzia mercoledì mattina. L'ipotesi è che entrambi fossero armati ed entrambi abbiano accoltellato i rivali, ma resterà da chiarire chi abbia sferrato la coltellata fatale a Deda. 

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Ultimo aggiornamento: 10:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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