Mazzata per i centri sportivi: «Disdette e paura, andiamo avanti ma per reggere uso i miei risparmi»

Mercoledì 14 Ottobre 2020 di Gabriele Pipia
Villa Ferri, il proprietario Enrico Brancato insieme ad Alessandro Comis in uno dei tanti campi che ospitano

PADOVA Il pallone continua a rotolare, ma sempre più lentamente. Se il calcio dei professionisti porta avanti il campionato tra ostacoli e polemiche, il calcetto amatoriale arranca tra stop, ripartenze e nuovi stop. Da oggi sarà vietato trovarsi per giocare una partitella tra amici e il provvedimento rappresenta una mazzata per tutti quei centri sportivi che vivono sopratutto di questo. Dei ritrovi informali, dopo il lavoro. Un'oretta di svago, per pura passione. «Dopo i gestori delle discoteche, siamo noi i più penalizzati. Le disdette ovviamente sono già arrivate e perderemo la metà degli incassi» allarga le braccia, passeggiando per un campo vuoto, Enrico Brancato. Proprietario degli impianti padovani di Villa Ferri al confine con Albignasego, ha passato la giornata a studiare il decreto e rispondere al telefono. «Andremo avanti - assicura -, non sarà facile ma andremo avanti». 
IL TESTO Il decreto firmato dal premier Conte consente principalmente due cose. Lo svolgimento dell'attività motoria all'aperto (il running, principalmente) e tutta l'attività sportiva - professionistica e dilettantistica - riconosciuta dalle varie Federazioni appartenenti al Coni. I campionati proseguiranno, sia per quanto riguarda gli adulti sia per i settori giovanili, ma le partitelle tre amici no. Ad essere fermata è tutta l'attività privata di gruppi di persone che affittano un campo in un centro sportivo o in un'altra struttura. I campionati Uisp o Csi continueranno a svolgersi regolarmente. 
LE TESTIMONIANZE «È una giornata complicatissima - risponde al telefono la responsabile del Couver di via Monte Pertica, un'altra struttura sportiva molto nota in città - Siamo subissati di telefonate di persone che ci chiedono se possono venire a giocare oppure no e non stiamo nemmeno riuscendo a rispondere immediatamente a tutti. Ci stiamo riorganizzando». Lo scenario è identico anche nel resto della provincia. 
«In estate - racconta ancora il proprietario di Villa Ferri - abbiamo sofferto ma qualcosa siamo riusciti a fare, tenere in piedi le strutture a queste condizioni non è facile ma noi ci proveremo. Abbiamo sei campi e circa la metà sono occupati da campionati che per fortuna continueranno a svolgersi mentre l'altra metà sono partitelle tra amici, diciamo due o tre alla sera, che non si giocheranno più. Il calo era già stato notevole con le iscrizioni al nostro campionato: solitamente abbiamo una sessantina di squadre ma quest'anno sono la metà. Molti hanno paura di andare a giocare contro avversari che non conoscono proprio perché c'è il timore dei contagi». E dal punto di vista economico come si fa a reggere? Enrico sospira: «Diciamo che parte dei risparmi che stavo mettendo via per mio nipote aiuteranno invece per tenere in piedi tutto ciò». 
GLI SPETTACOLI
Il decreto del governo ha confermato quello che già si sapeva anche per quanto riguarda il mondo dello spettacolo: discoteche e sale da ballo restano chiuse. In provincia di Padova si contano 27 attività da ballo tra discoteche e balere che danno direttamente lavoro ad almeno 500 persone. Alcune sono punti di riferimento della notte come Q e Extra Extra a Padova, Storya a Santa Giustina in Colle e Mag Showroom a Noventa. A queste si aggiungono decine di circoli privati legati ad associazioni che propongono musica dal vivo. La filiera dell'attività coinvolge poi parcheggiatori, addetti alla sicurezza, rivendite di alcolici, tecnici, orchestre e tante altre figure. I lavoratori del mondo dello spettacolo sono migliaia. La maggior parte ora è ferma. 
 

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