Ingoia un tappo e una pallina del calcetto, brasiliano suicida in carcere

Sabato 8 Luglio 2023 di Redazione di venezia
VENEZIA Il carcere di Santa Maria Maggiore dove è avvenuto il suicidio

VENEZIA - L’autopsia conferma la tesi del suicidio. Alexandre Santos De Freitas, il 45enne brasiliano in carcere a Venezia per aver esploso dei mini ordigni in aeroporto, si sarebbe tolto la vita prima del processo per direttissima inghiottendo un tappo di bottiglia e una pallina di calcio balilla. La morte, come stabilito dal medico legale, è avvenuta per soffocamento. L’esame era stato disposto dalla pm Antonia Sartori, sotto la supervisione di un perito nominato dall’avvocato Francesco Schioppa. Non era chiaro, infatti, al momento del ritrovamento del corpo, la causa del decesso visto che non c’erano ferite o lesioni visibili sul corpo. In un primo momento si era pensato alla possibilità di un malore, come spiegato dallo stesso garante dei detenuti Marco Foffano. 
De Freitas era stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.

Sabato 28 giugno, attorno alle 16.30, il quarantacinquenne brasiliano era arrivato nella zona delle soste brevi, parcheggiando la sua auto in mezzo alla corsia e bloccando gli altri automobilisti, per poi entrare nella zona arrivi dell’aerostazione, dalla quale era uscito qualche minuto più tardi. Nel vedere i carabinieri che lo aspettavano, l’uomo aveva estratto dalle tasche tre petardi, sui quali aveva legato chiodi e viti, e li aveva lanciati contro i militari, urlando: «Vi uccido, sono pericoloso, mi faccio esplodere».

Fortunatamente i petardi non erano andati a segno e il brasiliano era stato bloccato dai carabinieri che, all’interno dell’auto, con l’ausilio degli artificieri, avevano rinvenuto altri petardi con chiodi e viti, innestati per essere il più dannosi possibili. Alle forze dell’ordine aveva raccontato di essere residente da anni in Italia e di sentirsi perseguitato: per questo motivo aveva deciso di mettere in atto un gesto eclatante per attirare l’attenzione. Dopo l’arresto era in attesa di comparire di fronte alla giudice Claudia Ardita per l’udienza di convalida: con molte probabilità sarebbe poi stato rimesso in libertà in attesa del processo in quanto la pena prevista per i reati contestati non prevede normalmente la custodia in carcere. Ma è morto a Santa Maria Maggiore prima di arrivare in aula.
 

Ultimo aggiornamento: 08:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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