Carcere di Venezia. Chiama la moglie per l'ultima volta e si toglie la vita: indagini sul "buco" di un'ora da solo in cella. La donna aveva avvertito

Sabato 1 Luglio 2023 di Nicola Munaro
Carcere di Venezia. Chiama la moglie per l'ultima volta e si toglie la vita: indagini sul "buco" di un'ora da solo in cella. La donna aveva avvertito

VENEZIA - Il 6 giugno Bassem Degachi è rimasto da solo in cella per un'ora dopo aver ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per episodi di spaccio di cinque anni prima.

Sessanta minuti nei quali nessuno degli agenti in servizio quel giorno sarebbe andato a controllarlo, nonostante la moglie per tre volte avesse chiamato la guardiola del penitenziario di Santa Maria Maggiore dicendo che il marito l'aveva chiamata per salutarla un'ultima volta, annunciandole di volersi uccidere. Un'ora - quella passata tra l'ultima telefonata della donna in carcere e il ritrovamento del corpo senza vita del trentottenne tunisino - che adesso diventa il fulcro delle indagini del sostituto procuratore Roberto Terzo, titolare del fascicolo sul suicidio di Bassem Degachi: un incartamento contro ignoti per omicidio colposo.

SOTTO SEQUESTRO

Come chiesto dall'avvocato Marco Borella, legale di Degachi e (ora) della famiglia del tunisino, la procura ha disposto l'acquisizione delle telecamere interne a Santa Maria Maggiore e dei tabulati telefonici del cellulare del detenuto, della moglie e del centralino del carcere veneziano: l'obiettivo è ricostruire tutti i passaggi di quella mattina e capire come mai ci sia stato un buco di un'ora nella sorveglianza nel quale Decaghi ha portato a dama ciò che aveva annunciato. Anche per questo la squadra Mobile ha già sentito alcuni detenuti compagni di cella del trentottenne che avrebbero spiegato come, una volta letta la nuova ordinanza di custodia cautelare che lo riteneva uno dei più importanti spacciatori di via Piave (ma nel 2018), lui avrebbe detto più volte di vedersi la vita distrutta e volerla fare finita.

VIA DEL RECUPERO

Degachi, infatti, era in semilibertà: di giorno usciva dal carcere per lavorare in uno squero e si stava già immaginando una nuova vita una volta pagato il debito con la giustizia per una vicenda di spaccio del 2020. Vedersi ri-arrestare per fatti precedenti alla condanna per la quale era in carcere, e comunque lontani cinque anni, gli ha aperto un baratro. Un'ordinanza di arresto - beffa amara - che nei giorni scorsi è stata annullata per tutti gli altri undici pusher arrestati con lui a inizio giugno. Il motivo? Era passato troppo tempo dai fatti.

L'ALTRO SUICIDIO

Due settimane dopo la scelta di Degachi, il carcere di Venezia è stato scosso dal suicidio di Alexandru Ianosi, in cella per aver ucciso la compagna Lilia Patranjel il 22 settembre,e vicino al processo: è stato trovato impiccato in bagno. Anche su questo indagano procura e amministrazione penitenziaria.

Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 09:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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