Padova. Muore a 62 anni per una ferita trascurata: Luigi Strazzabosco era un noto agronomo

Dopo oltre un mese di ricovero è morto per setticemia. Da qualche tempo si era trasferito a Stra

Giovedì 29 Giugno 2023 di Marina Lucchin
Luigi Strazzabosco

PADOVA - Era considerato uno dei migliori esperti di arboricoltura in Italia. Aveva salvato con metodi innovativi e naturali tantissime piante minacciate da insetti o malattie. E per questo gli avevano commissionato lavori a tutela del patrimonio verde da tutto il Paese. È morto a soli 62 anni per setticemia, causata da una banale ferita trascurata, dopo oltre un mese di ricovero, Luigi Strazzabosco, padovano che da qualche tempo era andato a vivere a Stra, appena al di là del confine Veneziano.

L'esperienza

Perito agrario, laureato in Paesaggio Parchi e Giardini e in Scienze Forestali e Ambientali, iscritto all'ordine dei dottori agronomi e forestali e dei periti agrari e laureati, ricercatore dell'Università di Padova, aveva lavorato come funzionario tecnico sia a Palazzo Moroni che nel Comune di Cadoneghe, da cui si era dimesso due mesi fa per iniziare una nuova esperienza: il Ministero dell'Economia e delle Finanze l'aveva assunto a seguito di concorso per la gestione dei fondi Pnrr destinati ai parchi monumentali. Aveva lavorato un mese solo a Roma, poi il ricovero al Sant'Antonio il 22 maggio, prima in reparto e poi in terapia intensiva: non si è più ripreso ed è spirato la notte scorsa lasciando nella disperazione la moglie, i figli e i tanti che avevano collaborato con lui e lo apprezzavano non solo per le sue competenze lavorative, ma anche per la sua amicizia. Rugbista in gioventù, era stato pilone del Petrarca.

Tutt'ora frequentava anche gli Old che ieri l'hanno voluto ricordare come "Ciccio Bestia", il suo nome di battaglia quando scendeva in campo con gli altri quattordici perchè sì, come lo ricorda Angelo Volpe, aveva «il pugno "facile", ma gli volevamo tutti bene».

La carriera

Strazzabosco era membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Arboricoltura, di cui è stato consigliere nel periodo 2008-2013, membro dell'International Society of Arboriculture e della Società Italiana di Restauro Forestale e dell'Associazione Italiana Tecnici e Direttori Parchi, oltre che membro del consiglio di redazione della rivista Arbor. Certificato quale European Tree Technician e Isa Master Arborist, European Tree Worker ed Arborist Certified ha conseguito l'attestato per il riconoscimento del Cancro del Platano e del Colpo di fuoco batterico rilasciato dai Servizi Fitosanitari del Veneto, ha inoltre superato con prova finale il corso di formazione per Ispettori Fitosanitari. Ha svolto incarichi di docenza in "Arboricoltura Ornamentale" presso l'Università di Padova e ha pubblicato articoli su riviste specializzate, articoli divulgativi, presentazioni a convegni. Docente in corsi di specializzazione professionale sul tema dell'Arboricoltura Ornamentale e Patologia degli alberi Ornamentali. Era ricercatore presso il TeSaf dell'Università di Padova sul tema della cura e del trattamento degli alberi Monumentali. Aveva salvato numerose piante in piazza Castello a Padova senza l'utilizzo di pesticidi e altri prodotti chimici ma semplicemente liberando migliaia e migliaia di coccinelle per combattere i parassiti che avevano aggredito gli alberi della zona: era il 2006. È diventato famoso in tutta Italia per aver evitato l'abbattimento di centinaia di pini marittimi a Lignano Sabbiadoro in provincia di Udine. In meccanismo di ossigenazione applicato direttamente sulle radici ha consentito di rendere più stabili gli alberi, che avevano iniziato a distruggere l'asfalto con il sollevamento dell'impianto radicale. Una soluzione che è stata poi applicata in numerosi altri Comuni e in particolare nel giardino delle Ninfee di Roma e che gli è valsa una menzione al Premio Internazionale "EcoTechGreen".

La tragedia

Alain Luciani, consigliere comunale di Padova, racconta il tragico decorso della malattia che l'ha portato alla morte: «Era un grande amico. In maggio si era lievemente ferito. Aveva trascurato il peggioramento di questa lesione finché i familiari non l'hanno convinto a farsi visitare. Il medico di base l'ha mandato in pronto soccorso e, qui, una volta arrivato è stato subito ricoverato. Era il 22 maggio e io l'ho sentito per l'ultima volta il giorno successivo, quando mi ha comunicato che lo stavano trasferendo in terapia intensiva. È incredibile come una banale ferita l'abbia portato alla morte per setticemia. Perdiamo un grande esperto. E io un grande amico». 

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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