PADOVA - Neppure la società trevigiana Aste33 è riuscita a confezionare il miracolo.
PROFONDO ROSSO
La Fondazione Breda ha accumulato debiti per circa trenta milioni di euro: circa la metà sono appannaggio di tre istituti di credito (Monte dei Paschi di Siena, Banca Intesa e Credito Cooperativo di Sant’Elena), mentre la cifra restante appartiene ad uno stuolo di società cooperative di servizi, specializzate in assistenza, ristorazione e pulizie, e ad un nutrito gruppo di professionisti.
Dopo la vendita dell’ex ristorante Padovanelle sono rimaste cinque le proprietà della Fondazione Breda da alienare: oltre all’ippodromo vi sono la Residenza per anziani di Ponte di Brenta, in gestione al Configliachi, la scuola materna di Ponte di Brenta, Villa Breda ed il Centro residenziale Sclerosi Multipla di via Eulero, a Brusegana, denominato Casa Breda. Sarà proprio quest’ultimo a trovare un acquirente in tempi brevi: da un anno ormai esiste l’accordo con la Regione. Il Centro per i malati di sclerosi multipla diventerà di proprietà dell’Ulss 6 nel giro di un paio di mesi. L’intesa è stata raggiunta su una cifra di molto inferiore alla stima iniziale dell’immobile (4,5 milioni). Le altre tre proprietà non sembrano invece destinate a trovare acquirenti nel breve o medio termine. Anche l’interesse manifestato qualche anno fa da Palazzo Moroni nei confronti di Villa Breda sarebbe scemato, probabilmente per la mancanza di risorse, prosciugate dall’emergenza Covid. Per la preziosa residenza di via San Marco non è ancora stato formulato un prezzo. Manca infatti il parere della Sovrintendenza ai Beni architettonici che deve fornire una stima del valore degli archivi della villa.
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