PADOVA - Cuori che battono. Nei nostri operatori sanitari per la passione che mettono ogni giorno nel loro lavoro; nei nostri assistiti per la paura e nel contempo la fiducia, il timore e la speranza nell’affrontare la malattia; nei nostri ricercatori, consapevoli che la ricerca è il cuore del futuro; nei volontari, negli accompagnatori, nei caregiver che si prendono cura; in tutti coloro che gettano il cuore oltre l’ostacolo. In occasione del 14 febbraio, ricorrenza di San Valentino, l’Istituto Oncologico Veneto ha voluto, nella totalità delle sue sedi – Padova (ospedale Busonera, palazzina Radioterapia, Torre della Ricerca, Palazzo Santo Stefano), ospedale di Castelfranco Veneto, Radioterapia a Monselice (Schiavonia) – rendere omaggio a tutti i cuori che quotidianamente battono al suo interno.
E così sono stati appesi cuori colorati nelle chirurgie e nei day-hospital, nei punti prelievi e nell’area della farmacia, nella zona Cup, nella radiologia e nella radioterapia; e ancora nelle rianimazioni, in anatomia patologica, medicina nucleare, in endoscopia, nella week-surgery e nell’Hospice, nei poliambulatori, in sale d’attesa e corridoi.
“La comune lotta al cancro li rende cuori che battono all’unisono – commenta il Direttore Generale dell’Istituto Oncologico Veneto, Patrizia Benini -. Naturalmente il 14 febbraio è una data simbolica, ma abbiamo colto l’occasione per esprimere quello che pensiamo da sempre: la consapevolezza, anche visiva, che la nostra sanità è fatta di persone, che da una parte offrono cura, ricerca, premure e che dall’altra le ricevono, in un circuito virtuoso alimentato da quell’essenza di sé che è il cuore. Cuore che nei nostri operatori è passione, empatia, umanità; nei nostri pazienti è coraggio, fervore, tenacia; nei nostri ricercatori è slancio, entusiasmo, voglia di anticipare il futuro; negli accompagnatori e caregiver è fiducia e sostegno; nei volontari è dono. Il linguaggio del cuore è universale, ha solo bisogno di sensibilità per essere parlato… e per essere compreso”.