Inchiesta stadio Euganeo, Sergio Giordani affronta il consiglio comunale: «Contratti con le ditte indagate stracciati»

Giordani: «Abbiamo agito secondo le linee del protocollo di legalità adottato con la Prefettura. Le mie pressioni? Fatte nell’interesse della città e dei tifosi»

Martedì 29 Novembre 2022 di Mauro Giacon
Sergio Giordani riferisce sullo stadio Euganeo in consiglio comunale

PADOVA - Le ditte indagate dalla Procura per irregolarità sulla costruzione della nuova curva sud dello stadio non finiranno i lavori. Il Comune ha rotto il contratto con la vincitrice dell’appalto, la Esteel di Viterbo. La notizia è arrivata direttamente ieri sera in consiglio comunale dal sindaco Sergio Giordani nel corso della sua relazione sul caso che lo vede indagato assieme all’assessore allo Sport, Diego Bonavina.

La risoluzione del contratto

«Il Comune ha provveduto all’immediata risoluzione del contratto d’appalto del 19 marzo 2021 - ha detto il sindaco - Infatti, al momento della sottoscrizione di tale contratto, il Comune aveva aderito ad uno specifico protocollo di legalità, che vede coinvolte la Prefettura di Padova e l’Anac».

Il documento prevede la clausola rescissoria quando la società riceva delle misure da parte dei magistrati. In questo caso l’interdittiva al suo legale rappresentante di firmare contratti con la pubblica amministrazione per alcuni mesi. «La volontà dell’Amministrazione di avvalersi della risoluzione del contratto d’appalto è già stata formalizzata a tali pubbliche Autorità lo scorso 18 novembre. La comunicazione di tale iniziativa è stata fatta in pari data all’Autorità giudiziaria» ha concluso il sindaco.

Le conseguenze

E ora che cosa può succedere? Il fatto di aver allontanato dal cantiere l’origine dell’iniziativa giudiziaria potrebbe addirittura convincere l’autorità giudiziaria a dissequestrare l’opera. Ma questo sarà compito del Gip stabilirlo. Che invece potrebbe aver bisogno di stabilire ulteriori perizie sullo stato di avanzamento dei lavori rispetto all’importo fatturato dai subappaltatori che ha aperto le porte alle indagini. Nel primo caso probabilmente si potrebbe passare ai secondi classificati, il Consorzio artigiani romagnoli di Rimini senza rifare l’appalto. Ma costoro dovrebbero accettare le stesse condizioni di chi ha vinto e ripartire solo dopo un accurato studio dello stato di fatto che valuti il valore dell’eseguito e di quello che resta da fare. L’anno scorso la commissione aggiudicatrice aveva le offerte presentate da La Torre spa ed Esteel (entrambe romane), dal Consorzio artigiani romagnoli di Rimini e dalla bergamasca Teckne. Nella valutazione delle offerte, il 30% del punteggio era legato agli aspetti economici e il 70% a quelli tecnici. Il Consorzio era arrivato primo nella qualità dell’offerta ma la Esteel lo aveva battuto sui tempi di esecuzione.

«Non mi sottraggo, Bonavina non si tocca»

Giordani nel suo intervento innanzitutto ha ribadito che sui dettagli parlerà solamente con il pubblico ministero. Sottolineando di essere «pienamente fiducioso degli esiti degli accertamenti che, doverosamente, l’Autorità giudiziaria sta svolgendo anche sul mio conto». Poi ha invitato le opposizioni a non strumentalizzare il fatto: «Credo di avervi sempre portato rispetto... Come vado molto fiero di non aver mai, nè da sindaco nè prima di esserlo, usato elementi legati a vicende giudiziarie per attaccare chichessia».

Proprio per questo però ha ribadito di aver chiesto per primo di rispondere all’Aula ma di essere stato impossibilitato. «Mi ha stupito e amareggiato molto vedere come qualcuno tra i consiglieri ha sostenuto che mi sarei sottratto al Consiglio Comunale. Io non solo non mi sottraggo, e non mi sono certo nascosto, ma sono a farvi questa comunicazione perché per primo ho chiesto di poter riferire in aula nel primo momento utile. Tutto è stato limpido e più volte chiarito anche dal presidente Foresta: lunedì scorso ero all’estero per un viaggio programmato da tempo, il giorno 17 non vi erano i tempi necessari e quindi mi risulta che, all’unanimità, i capigruppo abbiano stabilito che la data fosse quella odierna». Sempre sul piano dei punti fermi il sindaco ne ha ribadito un altro: l’assessore Bonavina non si tocca: «gli ribadisco la mia piena fiducia».

Infine l’impianto difensivo. Le “pressioni” che avrebbero travalicato le competenze, come scrive la Procura, per Giordani sono il centro della sua attività. «È il mio lavoro» ha detto «tenere riunioni mensili e collegiali con tutti i collaboratori per accertarmi sullo stato di avanzamento delle opere». Conclusione: «Sono assolutamente sereno, consapevole di aver agito nel pieno rispetto della legge».

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Ultimo aggiornamento: 13:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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