Padova. Samuel Scavazzin (Cisl): «Economia tedesca in difficoltà, preoccupa l'esportazione del manifatturiero»

Martedì 15 Agosto 2023 di Alberto Rodighiero
Samuel Scavazzin

PADOVA - «Fare allarmismo è sbagliato, ma non bisogna sottovalutare le conseguenza legate al rallentamento dell'economia tedesca». Tra un paio di settimane, archiviata la pausa estiva, il sistema produttivo padovano tornerà a pieno regime. Quello che ci aspetta potrebbe essere un autunno pieno di incognite anche per il nostro sistema produttivo e non solo. Incognite che potrebbero avere ripercussioni dal punto di vista occupazionale anche nella nostra provincia. Ne è perfettamente conscio il Segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin che però, per temperamento, preferisce evitare i toni apocalittici.

Che settembre sarà per le imprese e i lavoratori padovani?
«Ad oggi non abbiamo segnali particolarmente allarmanti che creino una vera preoccupazione in questo o in quel settore.

Però...».

Però?
«Non sfugge a nessuno che la nostra economia deve fare i conti con un'inflazione che, nonostante una lieve flessione, non è ancora tornata sotto il livello di guardia. Legato all'inflazione c'è l'aumento del costo delle materie prime e, soprattutto, l'incremento del tassi di interesse che sta mettendo a durissima prova le famiglie che hanno acceso dei mutui e le imprese che hanno sempre più difficoltà ad accedere al credito e ad onorare i prestiti che hanno ottenuto in passato. Poi c'è il fattore Germania...».

Ovvero?
«Da un po' di tempo l'economia tedesca è in affanno e questo nei prossimi mesi potrebbe avere delle ripercussioni anche sull'economia padovana. La mia preoccupazione riguarda soprattutto il settore manifatturiero. Centinaia di nostre aziende, soprattutto quelle legate all'automotive, esportano in Germania e le difficoltà di quella economia rischiano di avere conseguenze pesanti sulle nostre aziende e, a cascata, sui lavoratori».

A fronte di una situazione di questo tipo, che cosa può fare un sindacato come la Cisl?
«Da anni chiediamo una cosa molto semplice. La nostra richiesta è quella di istituire un tavolo a cui partecipino le rappresentanze sindacali, la politica e il mondo per l'impresa. Solo uniti si possono trovare delle soluzioni a problemi che hanno una portata che, in questo caso, supera anche i confini nazionali. Diversamente si rischia di ottenere molto poco».

Ci sono altre sfide che ci attendono il prossimo autunno?
«Il 31 maggio è stata approvata anche dai nostri delegati la piattaforma per il rinnovo del contratto Alimentari-Industria, in scadenza il prossimo 30 novembre. Un rinnovo che interesserà oltre 450 mila lavoratori del settore. Sul versante economico è stata confermata una proposta di incremento salariale importante, adeguata al contesto economico: 300 euro nel quadriennio. Chiaramente si tratta di una partita che si gioca a livello nazionale. Potrebbe, però, essere un'occasione per rilanciare la contrattazione di secondo livello e questa, invece, potrebbe vederci protagonisti».

Da sempre la Cisl è i prima linea sul fronte della sanità. Che cosa avete in programma per i prossimi mesi?
«Com'è noto, la difesa della sanità pubblica, tutte le problematiche legate alle Rsa e, più in generale, il mondo dell'assistenza ci hanno sempre visti protagonisti. Non è un caso che a settembre, dopo la pausa estiva, ricominceranno gli incontri della "Staffetta della salute" a cui abbiamo aderito con entusiasmo. Incontri che in autunno, dopo alcune tappe in provincia, si concentreranno soprattutto sulla città. Quella della sanità è una delle grandi sfide che ci attende nei prossimi mesi, anche alla luce delle risorse messe a disposizione dal Pnrr. Una sanità che, lo ribadiamo, per noi deve rimanere pubblica e universalistica». 

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