PADOVA - Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Padova ha eseguito un sequestro di conti correnti e beni immobili riconducibili ad una società che gestisce impianti radiotelevisivi e ai relativi amministratori un 57enne e 30enne, entrambi di Ponso ( Padova), a giudizio nell'inchiesta rodigina relativa ai reati di frode in pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni del Comune di Baone e del Parco dei Colli Euganei. Nel mirino è finita una Rti (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) che ha ottenuto in affidamento per 60 anni la gestione del ripetitore sul Monte Cero, a cui sono agganciati gli impianti di ripetizione radio televisivi. Il contratto con i due enti pubblici prevede il versamento di un canone annuo e, da quanto emerso dalle indagini, i due imputati avrebbero omesso di versare al comune di Baone e all'Ente parco colli Euganei oltre 290mila euro di canoni riscossi. Inoltre, con la complicità di due funzionari pubblici (indagati per abuso d'ufficio), avrebbero emesso fatture false per 200mila euro evadendo 60mila euro di imposte.
La Monte Cero Srl rivendica però, in una nota, «l’assoluta correttezza del nostro operato, come già riconosciuto in plurime sedi giudiziarie. L’ennesima iniziativa della Procura di Rovigo sarà impugnata nelle competenti sedi. Attendiamo fiduciosi una sentenza in tempi ragionevoli. Ricordiamo con l’occasione che le società del gruppo hanno realizzato il traliccio del Monte Cero su suolo e con risorse economiche proprie, nonché effettuato la ricomposizione ambientale del sito e definitivamente risolto il problema dell’inquinamento elettromagnetico. A fronte della ricomposizione ambientale - conclude la nota della Monte Cero Srl - abbiamo ricevuto solo metà del contributo pubblico previsto, peraltro comunque insufficiente rispetto agli esborsi già anticipati».
Ultimo aggiornamento: 17:33
© RIPRODUZIONE RISERVATA La Monte Cero Srl rivendica però, in una nota, «l’assoluta correttezza del nostro operato, come già riconosciuto in plurime sedi giudiziarie. L’ennesima iniziativa della Procura di Rovigo sarà impugnata nelle competenti sedi. Attendiamo fiduciosi una sentenza in tempi ragionevoli. Ricordiamo con l’occasione che le società del gruppo hanno realizzato il traliccio del Monte Cero su suolo e con risorse economiche proprie, nonché effettuato la ricomposizione ambientale del sito e definitivamente risolto il problema dell’inquinamento elettromagnetico. A fronte della ricomposizione ambientale - conclude la nota della Monte Cero Srl - abbiamo ricevuto solo metà del contributo pubblico previsto, peraltro comunque insufficiente rispetto agli esborsi già anticipati».