Camicie Belmonte, la holding finisce in liquidazione a causa del Covid

Martedì 17 Novembre 2020 di Marco Aldighieri
Camicie Belmonte, la holding finisce in liquidazione a causa del Covid

PADOVA La Belmonte Spa, la holding del famoso marchio di camicie con sede a Cervarese Santa Croce, è stata messa in liquidazione.

Negli ultimi tre anni aveva gradualmente recuperato il disavanzo di bilancio, ma la crisi economica a causa dall'emergenza sanitaria l'ha messa in ginocchio. E così l'unica soluzione per salvare i 150 posti di lavoro e la produzione è stata la messa in liquidazione, nella speranza che qualcuno si faccia avanti per acquistare la società con la Blm Srl unico socio e di fatto l'azienda operativa, ovvero quella addetta alla produzione delle camicie con fabbriche anche in Ucraina.


I FATTI
L'azienda della famiglia Bellini, nel corso degli anni, è riuscita a recuperare il disavanzo di bilancio. Se nel 2017 era di circa un milione di euro, nel 2018 è sceso a 525 mila euro e nel 2019 a 360 mila euro. Il 2020 era l'anno giusto per arrivare, almeno, a un pareggio di bilancio invece a scombinare le carte in tavola è arrivato il virus e l'emergenza sanitaria. Gli oltre trenta negozi sparsi per l'Italia (Lombardia, Toscana e Abruzzo) sono chiusi e non fatturano nulla. Qui in Veneto sono presenti sette realtà a Verona, Vicenza, Padova in piazza dei Frutti e anche Camposampiero. La maggiore parte dei punti vendita si trova all'interno di centri commerciali e, nonostante non siano aperti, devono comunque pagare l'affitto. Insomma, la situazione economica non è delle migliori.


L'INCONTRO
Il 26 giugno è il giorno dell'approvazione di bilancio con i principali soci suddivisi in tre rami della famiglia Bellini. All'incontro erano presenti l'amministratore delegato Massimo Coppola in rappresentanza della Belmonte Spa e della Blm Srl, e il presidente del consiglio di amministrazione Alessandro Bellini anche lui in rappresentanza di entrambe le società. I due hanno offerto ai soci la possibilità di proseguire, nonostante la crisi, con un intervento di 315 mila euro. Ma i tre rami della famiglia non hanno trovato un accordo e non hanno accettato la proposta. Come non hanno accettato di aprire ad altri soci e di accedere ai fondi statali destinati alle aziende in tempo di Coronavirus. Il 9 luglio l'ad e il presidente del Cda, si sono visti costretti a chiedere alla Camera di commercio di Padova la messa in liquidità. Il 21 luglio i soci avrebbero dovuto presentarsi davanti al notaio per la firma, ma nessuno dei tre rami della famiglia Bellini si è fatto avanti. Il 5 agosto la Camera di commercio ha riconosciuto la messa in liquidazione, che poi è stata decretata il 15 di ottobre dal Tribunale speciale delle imprese di Venezia. Infine, sei giorni più tardi, è stato nominato come liquidatore il commercialista Riccardo Bonivento.


L'OBIETTIVO
L'amministratore delegato e il presidente del consiglio di amministrazione, che non ricevono più un compenso da febbraio di quest'anno, sperano che la messa in liquidazione sia l'ancora di salvezza per la società. La speranza è che qualcuno voglia acquistare l'azienda, fondata nel 1938 dalla famiglia Bellini, così da salvare i posti di lavoro e la produzione.
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Ultimo aggiornamento: 11:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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