Padova. Busitalia, troppe inadempienze al contratto: comincia la guerra di avvocati

La Provincia per conto dell’ente di governo del trasporto pubblico ha incaricato uno studio legale di preparare le carte in previsione del contenzioso con la società

Venerdì 28 Aprile 2023 di Mauro Giacon
Busitalia, pronte le carte da portare in tribunale

PADOVA - Comune e Provincia contro Busitalia. L’Ente di governo del trasporto pubblico nel quale sono entrambe rappresentate ha dato mandato a uno studio legale di preparare le carte in prospettiva di portare la società in tribunale per le inadempienze contrattuali emerse finora. Non sembra una schermaglia: gli avvocati dello studio Calegari-Creuso-Lago e associati hanno stimato un impegno di 160 ore per tre professionisti che a 200 euro l’ora fanno 40mila 601 euro. Qualcosa è cambiato dunque nei rapporti con i vincitori dell’ultimo bando per la concessione del Tpl sul territorio per 9 anni con un contributo di 353 milioni e 583mila euro ovvero 39 milioni e 287mila euro l’anno (con opzione di altri due anni per arrivare a 432 milioni). Busitalia l’ha vinto con l’offerta economicamente più vantaggiosa (sconto dell’8%) e nel dicembre del 2020 ha firmato il contratto. Da allora però non ha rispettato tutti i termini che l’accordo prevedeva con conseguenti problemi all’utenza, per le corse tagliate. E al personale, per i turni logoranti. Inoltre non è stato completato il rinnovo del parco mezzi nei tempi stabiliti. Comune e Provincia hanno finora tentato di trovare un’intesa. A gennaio Busitalia ha chiesto la revisione del contratto chiedendo di aumentare il corrispettivo, magari pescando da fondi Pnrr e di accettare la diminuzione del servizio.

Come corollario c’era l’aumento del biglietto da 1.30 a 2 euro. Un team di tecnici e legali si è messo al lavoro ma i risultati ancora non ci sono se non quelli del taglio di 56 corse in vigore dall’11 aprile per tre giorni alla settimana nella fascia pomeridiana.

Le motivazioni

Il fatto è che all’orizzonte non si prevede niente di buono. La stessa determinazione dirigenziale firmata dal segretario generale Giovanni Zampieri lo conferma. I legali dovranno supportare l’Ente di governo “anche al fine di valutare i profili relativi ad un possibile contenzioso con il Concessionario che potrebbe configurarsi come propedeutico ad un potenziale successivo incarico di rappresentanza in giudizio dell’Ente”. E qui viene la parte più interessante. “...atteso che il rapporto fra le parti è caratterizzato da una evidente contrapposizione, come desumibile dagli scambi epistolari e dalle riunioni intercorse, con evidenti indici che confermano la concreta ed elevata possibilità di un possibile contenzioso”. Insomma per ora la consulenza è stragiudiziale, ma sono state fatte tali contestazioni all’azienda (che le ha rigettate) che il prossimo passo sarà la causa per danni. Nel testo infatti si aggiunge che ci sono stati vari incontri “senza però raggiungere una soluzione condivisa”.

La prospettiva

Ce n’è abbastanza per dire che il vaso è colmo. Finora L’Ente di governo ha pazientato, spaventato dall’idea di un ritiro della società che ha paventato il fallimento. Eppure il servizio minimo regionale sarebbe garantito per legge. Ma appare poco probabile ormai che ci sia spazio per la conciliazione. Soprattutto quando le irregolarità hanno sommato penali per diversi milioni di euro. Non solo. Sullo sfondo c’è sempre il secondo classificato, il gigante emiliano dei trasporti TPER che nel caso di revisione del contratto potrebbe impugnarlo come violazione dei termini del bando.

La trattativa

L’Azienda ha sempre detto che da quando è stato firmato il contratto il mondo è cambiato. Il Covid ha portato a perdite enormi nella gestione, prima con lo stop poi con l’aumento dell’energia, e nello stesso tempo c’è stata la diminuzione drastica dei passeggeri. Circostanze che hanno rallentato gli investimenti. Dunque resta ancora in piedi l’ipotesi di revisione del contratto in forza di una clausola che parlava proprio di “eventi di natura straordinaria” che impattino sul Piano economico finanziario e siano tali “da alterare parzialmente o totalmente l’equilibrio della concessione per sua eccessiva onerosità rispetto al Pef e alla disciplina contrattuale”. In questo caso “le parti si impegnano a ricondurre la concessione in funzione dell’evento intervenuto, in condizioni di equilibrio economico contrattuale”. Ma se la previsione era di avere il 20 per cento in più di trasportati e ora sono il 30 per cento in meno e il corrispettivo che versa la Regione resta uguale non se ne esce. La richieste dell’Azienda saranno approfondite. Ma a questo punto se Busitalia si presenta ad ogni incontro con i propri legali, lo farà anche l’Ente di governo. 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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