SAN GIORGIO IN BOSCO - Un uomo di 39 anni residente a San Giorgio in Bosco, S.S. queste le sue iniziali, è stato indagato per atti persecutori nei confronti della famiglia. È stato raggiunto dalla misura restrittiva del divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle persone offese, di non comunicare con loro con qualsiasi mezzo dal telefono cellulare alla mail, e di stargli lontano almeno 500 metri. Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha chiesto e ottenuto dal Gip anche l'applicazione del braccialetto elettronico.
Ma al momento non è possibile installare lo strumento di controllo, perchè mancano i tecnici.
I FATTI
Il 39enne, a partire dal 2021, ha iniziato a perseguitare gli zii, fratelli di suo padre poi deceduto nel dicembre del 2022, la sua mamma e la sua compagna. La famiglia vive tutta nella stessa strada, una corte dove si affacciano le abitazione dei vari parenti. L'uomo, in più di una occasione, ha minacciato di morte i suoi familiari brandendo un coltello e anche una motosega. Al volante della sua auto, sfrecciava per il cortile mettendo in pericolo la vita dei suoi residenti. Suonava i campanelli a qualsiasi ora del giorno e scavalcava le recinzioni per introdursi nelle case degli zii.
Insomma un inferno, diventato ancora più insopportabile dopo la morte del padre del 39enne. L'uomo, spesso sotto l'effetto dell'alcol e di sostanze stupefacenti, è diventato sempre più violento. Nel giugno dell'anno scorso ha aggredito anche fisicamente gli zii colpendoli alla testa. La sorella, ormai esasperata dai suoi comportamenti, è stata costretta a cambiare casa. E poi, in stretto dialetto veneto, non mancava di urlare le sue minacce di morte sempre contro i due zii. «Dammi la moto o ti uccido», oppure «Vedi questo coltello, vengo su e te lo pianto nel cuore». In alcuni casi avrebbe anche usato violenza sia nei confronti della madre e sia nei confronti della sua compagna. Ma al momento non è indagato per maltrattamenti in famiglia.
LE INDAGINI
Ormai senza via d'uscita gli zii, già all'inizio di gennaio, hanno nuovamente chiamato i carabinieri della stazione di Tombolo e questa volta il 39enne è stato denunciato. La situazione si era fatta troppo pericolosa per i suoi parenti. E alla fine è stato allontanato dalla casa familiare, in attesa dell'applicazione del braccialetto elettronico.