PADOVA - Game over. È ufficialmente finita la storia di quattro aziende che operavano per conto di “O Bag”, il noto marchio padovano di borse, orologi, occhiali e altri accessori. Prima della pandemia davano lavoro complessivamente a 500 persone ma poi la crisi economica le ha portate alla procedura di concordato e poi al definitivo fallimento. Le quattro realtà interessate sono Full Spot Spa (l’azienda madre del gruppo), Street 71 Spa (quella che gestiva gran parte dei punti vendita), Out In Spa e Full Roma Srl. Tutte con sede legale in via Galvani a Campodarsego.
La vicenda
La situazione economica si è aggravata per via della pandemia e del conseguente calo degli affari. La richiesta per l’avvio di una procedura di concordato preventivo era stata presentata in tribunale dall’avvocato Marco Greggio lo scorso 14 luglio. Era stato definito anche un piano di ristrutturazione. Lo scorso 16 febbraio, però, è arrivata la parola “fine” con le quattro sentenze della sezione civile e fallimentare del tribunale di Padova. La nascita della prima società “Full Spot” risale al 2009 e la fortuna imprenditoriale è dovuta all’imprenditore padovano Michele Zanella che crea il primo orologio componibile “O clock” costituito da meccanismo e cinturino in silicone intercambiabili. Con la stessa filosofia nasce nel 2012 la prima borsa “O Bag” che porta l’azienda a decollare con oltre sei milioni di pezzi venduti in un solo anno e un fatturato di oltre 25 milioni di euro. Una crescita costante, poi la frenata e la flessione. Le difficoltà economiche si fanno sentire la pandemia peggiore le cose. Le quattro società poi fallite entrano nel baratro, molti contratti a tempo determinato non vengono rinnovati e si arriva così alla procedura giudiziaria delle ultime settimane. Intanto il 14 luglio 2022 è stata dichiarata fallita dal tribunale anche “O Bag Salento”, la società che si occupava di commercializzare i prodotti in Puglia.
Il titolare
«La nuova società O Bag Srl è stata creata proprio per garantire la continuità di ogni attività aziendale. A Campodarsego abbiamo l’amministrazione, il marketing e la comunicazione mentre a Padova in corso Stati Uniti ci sono la produzione e la logistica - spiega Michele Zanella, amministratore delegato -. I dipendenti tra Italia ed estero sono 250, i negozi monomarca sono 200 a cui si aggiungono altri 300 punti vendita. A causa della situazione generale siamo stati costretti a non rinnovare diversi contratti a tempo determinato ma abbiamo preso l’impegno di ricollocare gran parte del personale nelle nostre società attive». Nelle ultime settimane però si sono sollevati anche pubblicamente sui social diversi malumori tra gli ex dipendenti per «i Tfr non pagati» e tra i consulenti esterni per «importanti somme che non elargite». Zanella risponde subito: «Per quanto riguarda i Tfr posso dire che saranno tutti onorati e per il resto dico solo che è una partita ancora aperta su ogni fronte. Chi parla male sta leggendo un libro che non è ancora terminato».