Destro (Industriali): «Ci serve manodopera, l'immigrazione va organizzata». E Bonomi: «Risorse umane primo problema»

Venerdì 19 Novembre 2021
Leopoldo Destro di Assindustria Veneto Centro
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PADOVA - «La nostra società e le nostre fabbriche avranno bisogno di risorse umane e manodopera. Siamo in recessione demografica da oltre 10 anni». Così il presidente di Assindustria Venetocentro, Leopoldo Destro, all'incontro con la stampa prima dell'inizio dell'assemblea generale dell'associazione, svoltasi al teatro Geox di Padova. Destro ha aggiunto: «L'immigrazione va organizzata in modo attento. Servono accordi tra Paesi e regioni per realizzare un'immigrazione ordinata, cercando anche con gli enti preposti a farlo di sopperire al gap formativo».

Il ministro Bianchi: qualificare la scuola

«In alcune parti del Paese ci sono differenze che minano l'unità, troppi ragazzi che non finiscono gli studi, non certo in Veneto che ha tasso di dispersione al di sotto della media europe» ha detto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi -. Uno dei nostri obblighi è ricucire il Paese allineandoci verso l'alto, per questo serve puntare su una formazione che duri tutta la vita. E dobbiamo riqualificare il nostro personale scolastico, anche chi è andato all'estero poi torna, dobbiamo pensare alla qualificazione delle nostre università: la prima riforma è ripensare la filiera tecnico professionale fino all'Its, e poi dobbiamo ripensare a portare la scuola superiore a quattro anni, su questo ci sono delle sperimentazioni». 

Bonomi: risorse umane e reddito-spreco

Sul tasto del problema risorse umane ha premuto in assemblea il presidente di Confindustria Carlo Bonomi: «Il Capitale umano potrebbe essere il petrolio d'Italia ed è proprio quell'elemento che ci mantiene competitivi nel mondo. Abbiamo capitale umano di qualità ma non abbastanza: Mancano 300 mila figure professionali secondo gli ultimi dati del'Istat. È questo è il vero problema che noi abbiamo». Bonomi poi ha giudicato uno spreco i fondi che il Governo ha riassegnato al reddito di cittadinanza: «La parte di contrasto alla povertà è giusto che ci sia, ma così com'è strutturato oggi, il reddito non intercetta gli incapienti del Nord ed è diventato un disincentivo ad andare a lavorare nel Mezzogiorno. I navigator sono stati un grande fallimento e se si chiede a qualsiasi imprenditore in questa sala se per assumere è andato in un Centro per l'Impiego non se ne troverà uno: i Cpi intercettano il 3% dell'offerta di lavoro, cioè nulla.

Purtroppo vediamo che si vuole dare di nuovo un miliardo al reddito di cittadinanza che ci costerà 9 miliardi di euro annui fino a 2028. Fate un po' i conti di quanto stiamo sprecando per centri per l'impiego che non funzionano».

Sbarra, Cisl: intesa con mondo industria

Sul fronte sindacale Luigi Sbarra, segretario generale Cisl, ha spiegato che «con il presidente Bonomi va benissimo, dobbiamo semmai convincere qualche altro protagonista. È il momento di condividere un nuovo patto per la crescita, la coesione sociale, serve meno conflitto sociale, più partecipazione». E ha aggiunto: «No alla mobilitazione sociale, è importante in questo momento lavorare insieme per il rilancio del Paese. Questo è il momento di remare tutti assieme nella stessa direzione. Bisogna riprendere il confronto per dare attuazione al patto della fabbrica, discutere del tema della partecipazione, del mercato del lavoro, degli ammortizzatori sociali. Stiamo negoziando con il ministro del Lavoro la riforma degli ammortizzatori sociali. Viene avanti un impianto nuovo, moderno, con un profilo solidaristico, inclusivo, mutualistico». «Introduciamo un principio di vera uguaglianza nel mondo del lavoro - ha proseguito Sbarra - assicurando protezioni sociali anche alle piccole aziende sotto i 6 dipendenti e allargando all'area del lavoro parasubordinato autonomo. C'è una discussione aperta tra le associazioni datoriali, il sindacato ed il ministero del lavoro per fare delle riforme del lavoro un vero punto di innovazione in questa fase epocale di passaggio e di transizione».

Il banchiere Barrese: qui economia trainante

«L'economia del Triveneto continua ad essere trainante per il Paese». Lo ha detto Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo durante l'assemblea di Assindustria Veneto Centro a Padova. «Nel primo semestre dell'anno i distretti triveneti hanno recuperato e superato le esportazioni dello stesso periodo del 2019 - ha aggiunto -. E abbiamo visto un incremento delle importazioni nel continente europeo, tendenza che se, dovesse confermarsi anche nella seconda parte dell'anno, potrebbe rappresentare un primo segnale di cambiamento nelle strategie di approvvigionamento, annunciato dagli imprenditori a favore di una riallocazione su base continentale. A proposito delle materie prime, un certo volume di scorte è necessario, per fare fronte a possibili blocchi della supply chain come quelli a cui stiamo assistendo. Una soluzione potrebbe essere la condivisione dei magazzini, magari a livello di filiera». 

Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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