La presidente di Assindustria Maria Cristina Piovesana: «Un nuovo lockdown sarebbe insostenibile»

Giovedì 29 Ottobre 2020 di Mattia Zanardo
Maria Cristina Piovesana

TREVISO - Dopo sei anni, domani Maria Cristina Piovesana terminerà il suo mandato di presidenza, prima di Unindustria Treviso, poi dal 2018, con la nascita di Assindustria Venetocentro, anche degli industriali padovani, insieme al collega Massimo Finco. Proseguirà nel ruolo, assunto da qualche mese, di vicepresidente nazionale di Confindustria. 
Un primo bilancio?
«Sono stati sei anni intensi e meravigliosi. Ho avuto l'opportunità di conoscere tanti imprenditori, di portare avanti tanti progetti importanti e di creare una comunità più coesa. Molto è stato il lavoro con la Pubblica amministrazione e con tutti gli altri soggetti, sempre con l'obiettivo di una comunità imprenditoriale presente e partecipe alla vita del territorio».
L'aggregazione fra Treviso e Padova, punto qualificante?
«Sicuramente sì, perché rappresenta un momento di forte discontinuità, con la creazione di una Confindustria territoriale tra le prime in Italia. Però rivendico anche tutto ciò che abbiamo fatto prima: sull'alleanza con la Pubblica amministrazione, sulla rigenerazione urbana, sulla demografia e su tanti altri temi. E poi la crescita culturale delle nostre imprese e dei nostri imprenditori. Non ci siamo occupati solo di fare lobby».
Come stanno le nostre industrie?
«C'è grande preoccupazione, ma anche grande volontà di fare, e di fare bene, in una stretta coesione con i nostri collaboratori, caratteristica tipica del nostro modello imprenditoriale. Stilare oggi un quadro della situazione è difficile. Spero non sia peggiorativo rispetto alla proiezione di Confindustria in ambito nazionale, con un calo del Pil del 10- 12%. Peraltro, essendo dei forti esportatori, dipendiamo molto anche da quanto succede negli altri paesi».
I provvedimenti messi in campo dal governo sono sufficienti?
«Contestiamo il fatto che si tratta solo di provvedimenti emergenziali. Confindustria chiede invece una visione chiara su dove indirizzare il paese per i prossimi dieci, venti, trent'anni».
A marzo avevate chiesto le dimissioni dell'esecutivo. Oggi qual è il giudizio?
«In un'impresa, per adottare azioni straordinarie si convoca l'assemblea dei soci, non le stabiliscono da soli il presidente o l'amministratore delegato. Con questo spirito, allora, ritenevamo servisse un governo di larghe intese: quando si devono prendere decisioni che portano il già altissimo debito pubblico dal 130 al 160%, mettendo un'ipoteca sul futuro delle nuove generazioni, tutti devono assumersene la responsabilità. Unità non significa spiegare alle opposizioni in dieci minuti l'ultimo Dpcm. E, con quanto sta succedendo nelle nostre città, oltre che con la necessità di definire come impiegare le risorse europee, il coinvolgimento di tutte le forze politiche e sociali vale anche oggi».
La preoccupano le possibili derive sociali delle recenti manifestazioni di piazza?
«Al di là di chi approfitta per cavalcare la protesta per altri scopi, sono un campanello d'allarme di un disagio e di una disperazione che non possono rimanere inascoltati. Giusto parlare di ristori, però non sappiamo quanto durerà la pandemia e quanto dovremo resistere. Perciò non possiamo andare avanti a Dpcm e ristori, perché, ad un certo punto, non ce la faremo più».
Un nuovo lockdown sarebbe sostenibile dalla nostra economia locale?
«Mi piacerebbe dirle di sì, però temo proprio di no: sarebbe estremamente difficile da recuperare. Perciò mi auguro non avvenga».
Cosa le resta dal punto di vista personale di questi anni di presidenza?
«Tantissimi fotogrammi, difficile sceglierne uno. Mi resta soprattutto l'onore di aver potuto rappresentare questa classe imprenditoriale, alla quale ho voluto bene e continuerò a volergliene».
Cosa dire al suo successore, il presidente designato Leopoldo Destro? 
«Troverà un'associazione coesa e forte, troverà sei anni di lavoro di una squadra che ha affiancato me e il presidente Finco. Dovrà essere interprete dei nuovi tempi: ha tutte le caratteristiche per riuscirci al meglio. Un grande in bocca al lupo a lui e a tutta la sua squadra».
Mattia Zanardo
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Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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