PADOVA Un patrimonio immobiliare sempre più vecchio e sempre meno sicuro. Un patrimonio costruito in gran parte almeno trent’anni fa e oggi esposto ripetutamente alla furia del vento e alle raffiche di grandine. L’aumento di eventi atmosferici straordinari registrati negli ultimi mesi ha evidenziato la necessità di mettere al riparo case, aziende e garage. Come? Anzitutto puntando su materiali più resistenti e prestando la massima attenzione al rischio idraulico. Sul tema ora interviene l’Ance (associazione nazionale dei costruttori edili) che invoca «un piano di prevenzione e riqualificazione contro gli eventi estremi».
I NUMERI
In provincia di Padova si contano circa 200mila abitazioni e oltre 154mila sono state costruite prima del 1990.
LA SITUAZIONE
La sezione padovana dei costruttori continua a promuovere il nuovo vademecum pubblicato dalla Provincia e stilato con Comune, Arpav e Ulss Euganea contenente una raccolta di indicazioni sui comportamenti più corretti da tenere per minimizzare i rischi in concomitanza di eventi estremi. Intanto però il comparto edile è pronto ad un grande piano di interventi. Negli ultimi anni sono stati attivati, in tutto il Veneto quasi 2.500 cantieri per oltre un miliardo di euro proprio per contrastare il dissesto e per l’impegno di previsione e prevenzione. Ora per Ance serve un’ulteriore accelerata. «Serve un piano di prevenzione nazionale – sottolinea Monica Grosselle, presidente di Ance Padova – ma serve anche una mobilitazione continua che deve partire dai territori soprattutto per superare la logica emergenziale. Viviamo in aree particolarmente soggette a calamità. Dal 2019 a oggi gli eventi estremi nella nostra regione sono aumentati del 38%. Bisogna attivare strumenti nuovi e programmazione di medio e lungo termine per mettere in sicurezza non solo il territorio, ma anche il patrimonio immobiliare che viene frequentemente, danneggiato o addirittura, distrutto. Solo riguardo i terremoti ad esempio va ricordato che in Italia il 70% delle nostre abitazioni è stato costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche». «Ance nazionale – conclude Grosselle – ha già presentato una proposta che attraverso un sistema di incentivi permetterebbe di intervenire su circa 120.000 edifici ogni anno (nel padovano circa 500 l’anno) e che in dieci anni metterebbe al sicuro edifici pubblici e privati che col passare degli anni non solo sprecheranno sempre più energia, ma rischieranno sempre di più il degrado e la riduzione della sicurezza. L’assessore regionale alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin ha espressamente dichiarato che quella padovana è un’area fragile che potrebbe risentire dei cambiamenti climatici repentini». Lo scorso luglio tra grandinate e paurose raffiche di vento si sono verificati cinque eventi in sei giorni con danni pesantissimi dall’Alta Padovana alla Bassa, dalla città alle Terme. Sabato una tromba d’aria ha scoperchiato tre abitazioni a Borgoricco riaccendo i riflettori sul problema.
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